Se hai scelto di non accettare i cookie di profilazione e tracciamento, puoi aderire all’abbonamento "Consentless" a un costo molto accessibile, oppure scegliere un altro abbonamento per accedere ad ANSA.it.
Ti invitiamo a leggere le Condizioni Generali di Servizio, la Cookie Policy e l'Informativa Privacy.
In evidenza
In evidenza
ANSAcom
ANSAcom - In collaborazione con Commissione Europea sede Roma
"L'Italia è fra i maggiori beneficiari di fondi europei - strutturali e diretti - ma è fra quelli che alla fine spendono meno: il problema è dovuto principalmente al fatto che quello dei fondi diretti è un sistema abbastanza complicato". Questa premessa, enunciata dalla vicedirettrice della rappresentanza in Italia della Commissione europea, Elena Grech, è alla base di una serie di seminari, diretti agli amministratori locali, alle Pmi e alle associazioni, sui fondi europei a gestione indiretta. Il primo si è tenuto oggi sa Roma, presso la sede Esperienza Europa - David Sassoli, e altri quattro sono in gestazione nel resto d'Italia e su temi specifici entro il 2025. Il tutto organizzato da Dipartimento per gli Affari Europei, Presidenza del Consiglio, Rappresentanze in Italia di Commissione e Parlamento europei con la Conferenza Stato-città-autonomie locali, Associazione di Comuni (Anci) e Unione delle province (Upi). I soli fondi diretti costituiscono il 20% degli oltre 1.100 miliardi di euro (pari a circa 221 miliardi) del Quadro finanziario pluriennale, cioè il budget dell'Ue per il settennato 2021-2027. Non sono ripartiti fra singoli Stati perché una delle condizioni per l'aggiudicazione è la transnazionalità dei progetti. I finanziamenti vengono assegnati dalla Commissione europea direttamente a chi ne vuole usufruire sulla base di 'call for proposal' (presentazione di un progetto) con il principio del co-finanziamento a fondo perduto, fino a massimali del 95-100%, e sono nettamente distinti sia dai fondi di coesione indiretti che da quelli del Pnrr.
"Al contrario del Pnrr, che elargisce fondi che devono essere ripagati - ha detto all'ANSA Grech -, quelli diretti sono a fondo perduto, perciò sottoposti a controlli più stringenti e richiedono quindi collaborazioni fra beneficiari in più Paesi per bilanciarsi a vicenda. I fondi ci sono ma le amministrazioni purtroppo non sono abbastanza solide per gestirli: non c'è know-how e manca il personale. E questo si evidenzia di più nelle regioni del Sud, dove i fondi sono più abbondanti ma dove manca di più l'expertise. Nelle regioni del Nord c'è più capacità di assorbire i fondi, mentre in quelle, diciamo, a sud del Lazio ci sono più problemi", ha detto la rappresentante della Commissione. La complessità tecnica è un dato di fatto e molti finiscono per scoraggiarsi. Per questo, ha spiegato il prof. Mauro Cappello dell'Università della Tuscia, occorre spezzettare il problema per affrontarlo passo dopo passo, o "facendo a fettine l'elefante", come recita un adagio americano da lui citato. Il suo primo seminario, impostato in particolare sul programma Life (energia pulita, ecosistemi e biodiversità) - uno dei vari in cui sono suddivisi i fondi diretti (oltre a quelli sulla ricerca, digitale, infrastrutture, salute, ecc.), ognuno facente capo ad un'agenzia europea ad hoc - ha affrontato tutti i passaggi dell'informazione, dell'ideazione, dei contatti, della presentazione del progetto e della gestione manageriale. Ad ascoltarlo una trentina di amministratori locali, soprattutto del Lazio in presenza oltre ad almeno 560 collegamenti online in streaming. "Purtroppo - ha spiegato Moira Rotondi, responsabile per le politiche europee dell'Anci - la burocrazia europea è una delle più complicate al mondo e le procedure europee sono particolarmente laboriose e onerose per le amministrazioni, sottodimensionate dal punto di vista del personale. E' quindi indispensabile supplire con formazione specifica", per poter accedere "a queste grandissime opportunità finanziarie che l'Europa ci offre", ha concluso.
ANSAcom - In collaborazione con Commissione Europea sede Roma
Ultima ora