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ANSAcom - In collaborazione con Regione Autonoma Valle d'Aosta
“Nel metter piede in questi luoghi, colpisce subito la constatazione di trovarsi in un posto privilegiato, che in breve spazio di terra raccoglie scenari di così grande bellezza: catene di monti, nevi, ghiacciai, fiumi, prati, fondovalli. Dal punto di vista delle dimensioni geografiche, la Val d’Aosta risulta la più piccola Regione d’Italia, ma in essa si affacciano le cime più alte d’Europa”. Di fronte a una gremita piazza Chanoux, Papa Giovanni Paolo II pronunciò queste parole in occasione della sua visita pastorale del 6-7 settembre 1986. Sin dal suo primo discorso si percepì una sintonia particolare tra il Papa ‘alpinista’ e la regione. “È un palcoscenico naturale, - aggiunse - il più adatto ad elevare irresistibilmente l’anima in alto, per portarla alla contemplazione dell’Invisibile, che è lo stesso Autore delle bellezze della natura”. Il giorno successivo recitò l'Angelus sul Mont Chétif e regalò al mondo le immagini incorniciate dal Monte Bianco. Da questa visita parte una lunga consuetudine che ha permesso alla Valle d’Aosta di accogliere il Pontefice per dieci soggiorni estivi a Les Combes di Introd: il primo nel luglio del 1989 e poi successivamente negli anni 1990, 1991, 1994, 1995, 1997, 1999, 2000, 2001 e 2004. Nel dicembre del 2003 la Valle d’Aosta donò al Papa l’albero di Natale: un abete di 27 metri che venne collocato al centro di Piazza San Pietro. Sono stati numerosi gli itinerari e i sentieri percorsi dal Pontefice in Valle d’Aosta, fino a quando il fisico glielo ha permesso. Il luogo del cuore di Giovanni Paolo II è rimasto Les Combes di Introd, dove si trova la colonia salesiana e la residenza che ospitò lui e il suo successore Benedetto XVI. Nel borgo è ora allestita la Maison Musée Jean-Paul II, dove sono esposti oggetti, fotografie e documenti del Santo Padre, a documentare il particolare legame con questa terra. A pochi metri dal museo, la Cappella di San Lorenzo è diventata un santuario dedicato a San Giovanni Paolo II, che custodisce una reliquia del Santo Padre. Proprio nel pianoro di Les Combes, ora denominato Le Plan-du-Saint-Père, l’11 luglio 2004 Papa Wojtyła, affaticato dalla malattia, recitò il suo ultimo Angelus ‘valdostano’, affidando alle migliaia di fedeli presenti e ai milioni di spettatori collegati la sua ultima testimonianza d’amore per la regione alpina: “In questa oasi di quiete, di fronte al meraviglioso spettacolo della natura, - sottolineò - si sperimenta facilmente quanto proficuo sia il silenzio, un bene oggi sempre più raro. Le molteplici opportunità di relazione e di informazione che offre la società moderna rischiano talora di togliere spazio al raccoglimento, sino a rendere le persone incapaci di riflettere e di pregare. In realtà, solo nel silenzio l’uomo riesce ad ascoltare nell’intimo della coscienza la voce di Dio, che veramente lo rende libero. E le vacanze possono aiutare a riscoprire e coltivare questa indispensabile dimensione interiore dell’esistenza umana”.
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