ROMA - Con il riscaldamento dei mari dovuto alla crisi climatica, le tartarughe marine sono arrivate sulle coste italiane, spagnole e francesi e dal 2013 le nidificazioni sono aumentate rapidamente, raggiungendo nelle ultime due stagioni il numero record di 146. Le deposizioni si sono verificate sulle coste tirreniche dell'Italia (84,5%), seguita da Spagna (13,9%) e Francia (1,5%). E in occasione della Giornata Mondiale delle tartarughe marine che si celebra domani 16 giugno Legambiente lancia l'allarme sollecitando ad intervenire per garantire la conservazione della specie nel Mediterraneo occidentale. Per questo agisce Life Turtlenest, un progetto cofinanziato dall'Unione Europea e coordinato da Legambiente, finalizzato al miglioramento della conservazione della tartaruga marina comune in Italia, Spagna e Francia, attraverso attività di monitoraggio, messa in sicurezza dei nidi e ricerca scientifica.
Infatti, l'87% dei nidi scoperti nel Mediterraneo occidentale si trova su spiagge con un alto impatto antropico (ossia all'interno o in prossimità di stabilimenti balneari o strutture costruite sulle spiagge), l'88% dei litorali è anche esposto all'inquinamento luminoso e quindi quasi un terzo dei nidi è stato trasferito perché le femmine hanno deposto troppo vicino all'acqua o in luoghi non adatti (ad esempio sabbia mista a terra e ciottoli) come possibile risposta agli ostacoli presenti sulla spiaggia e all'intenso inquinamento luminoso o acustico.
L'inospitalità delle coste colpisce anche i piccoli di tartaruga che, abituati a seguire la luna per orientarsi ed arrivare al mare, si trovano spesso disorientati dalle luci artificiali. Il progetto mira a sensibilizzare i frequentatori delle spiagge e i balneari che sono spesso del tutto impreparati su questo tema.
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