Le visite si sono svolte nei centri di detenzione e di pre-espulsione, nelle stazioni di polizia e delle guardie di frontiera e negli hotspot di recente costruzione sulle isole del Mar Egeo di Lesbo, Kos e Samos. Durante i sopralluoghi, il Cpt ha ricevuto diverse accuse "credibili e coerenti" di maltrattamenti fisici nei confronti dei detenuti da parte di agenti in alcune stazioni di polizia di Atene e nei centri di detenzione preventiva di Amygdaleza, Corinto e Tavros (Petrou Ralli), si legge nel comunicato.
Il Cpt ha anche criticato i nuovi hotspot, centri dall'accesso controllato finanziati dall'Ue nelle isole del Mar Egeo. "Al momento della visita, questi centri non rispondevano alle esigenze fondamentali di accoglienza e protezione dei richiedenti di protezione internazionale. Un gran numero di persone è rimasto lì privato della libertà ben oltre i limiti di tempo previsti dalla legge e senza beneficiare delle garanzie legali relative alla detenzione, tra cui l'accesso a un avvocato e a interpreti". Le condizioni di vita di molte delle persone possono essere descritte "solo come inumane e degradanti, soprattutto nei centri di Kos e Samos", si legge nel comunicato.
Il Cpt ha ricordato, inoltre, di avere ricevuto "molte accuse coerenti e credibili di allontanamenti forzati informali (pushback), spesso violenti, di cittadini stranieri attraverso il fiume Evros o in mare verso la Turchia". Nella loro risposta al rapporto, le autorità greche hanno sottolineato che le condizioni di detenzione dei cittadini stranieri "sono in linea con gli standard internazionali e che sono in programma lavori di ristrutturazione su larga scala in tre centri di detenzione".
(ANSAmed).
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