La Tunisia non può accettare di essere un punto di transito o un luogo di residenza per i migranti irregolari". Lo ha detto il presidente tunisino Kais Saied ricevendo al Palazzo di Cartagine il capo del governo, Ahmed Hachani, per esaminare i risultati della sua partecipazione ai lavori del Forum sulla migrazione transmediterranea a Tripoli. Sulla questione migratoria ha quindi sottolineato che "la soluzione non può che essere collettiva attraverso lo smantellamento delle reti criminali responsabili di questo fenomeno anomalo. Inoltre, questi migranti sono vittime di un sistema economico globale ingiusto", si legge in una nota della presidenza tunisina.
Per Hachani "la migrazione irregolare è in aumento nel Nord e nel Sud a causa della povertà e del cambiamento climatico" e la delicata questione dovrebbe essere affrontata collettivamente nei Paesi di origine, in quelli di transito e di accoglienza.
«La soluzione all'immigrazione irregolare non è europea e dovrebbe essere affrontata da tutti insieme", ha detto. "Sebbene gli aiuti forniti alla Tunisia siano stati modesti, si è fatto ricorso a tutti i mezzi logistici e materiali disponibili per affrontare il problema dell'immigrazione irregolare", ha detto a Tripoli Hachani, sottolineando che "la Tunisia ha fatto tutto ciò che era in suo potere per garantire il rispetto dei diritti umani dei migranti".
Versione questa contestata da diverse Ong e associazioni a difesa dei diritti umani che invece accusano da mesi le forze dell'ordine tunisine di violenza nei confronti dei migranti. Da ultimo un articolo di Irpimedia del 17 luglio individua "le responsabilità della Garde Nationale della Tunisia nel naufragio del 5 aprile 2024" corredandolo con "testimonianze, immagini satellitari e video dai social" e raccontano come sono morti almeno 15 migranti. Dal canto suo la Guardia nazionale fa notare che sono gli stessi migranti ad avere atteggiamenti violenti nei confronti degli agenti, ed è proprio di ieri la notizia che la procura di Sfax ha aperto un'indagine su 38 migranti irregolari sub-sahariani in stato di fermo perché "si sono rifiutati di obbedire alle intimazioni di alt delle pattuglie della Guardia costiera aggredendo anche violentemente diversi agenti". Il ministro dell'Interno di Tunisi, Khaled Nouri ha detto da Tripoli che la Tunisia è diventata uno dei Paesi più colpiti dall'immigrazione irregolare, la destinazione preferita per tutti coloro che desiderano spostarsi verso l'Europa, fattore che ha generato in patria non pochi problemi e ricadute economiche, sociali e di sicurezza. Nouri ha fornito poi numeri di tutto rilievo indicando che, nel periodo dal primo gennaio al 14 luglio di quest'anno, sono state 74.464 le persone fermate nel tentativo di attraversare le frontiere marittime dalla Tunisia verso l'Europa, rispetto alle circa 45.000 dell'intero periodo del 2022.
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