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Libri: Italia e mondo arabo si leggono ancora troppo poco

'e/o' traduce Ammaniti, ma scoglio maggiore è distribuzione

30 gennaio 2014, 18:47

Redazione ANSA

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Uno stand della Fiera internazionale del libro di Beirut (archvio) - RIPRODUZIONE RISERVATA

Uno stand della Fiera internazionale del libro di Beirut (archvio) -     RIPRODUZIONE RISERVATA
Uno stand della Fiera internazionale del libro di Beirut (archvio) - RIPRODUZIONE RISERVATA

(Di Luciana Borsatti) (ANSAmed) - ROMA - La letteratura italiana contemporanea è pronta a sbarcare con nuove traduzioni nel mondo arabo, ma il primo ostacolo che incontra sta nel trovare una adeguata distribuzione. E' quanto emerso da un incontro organizzato a Roma dalle Edizioni e/o per presentare gli ultimi due titoli usciti dalla sua collegata Sharq/Gharb (in italiano, Est/Ovest): 'Io non ho paura' e 'Io e te' di Niccolò Ammaniti. Due titoli scelti per l'Egitto, ha spiegato Barbara Ferri responsabile dell'iniziativa, e per piu' motivi: perchè l'autore è già conosciuto per il film tratto da 'Io non ho paura', e anche perchè rientrano nel filone dei romanzi di formazione - spiega - che ci sembravano adatti per i giovani arabi che in questi anni stanno guidando la trasformazione nei loro Paesi".

Ma il mercato del libro nel mondo arabo si presenta molto eterogeneo e anche le frontiere tra i diversi paesi sembrano poco permeabili. "Abbiamo trovato più interesse in Egitto, Libano e Tunisia - prosegue Barbara Ferri - poco nel Marocco, meno ancora in Libia e Siria. E la domanda, in particolare in Egitto, sarebbe per ripubblicare i classici della letteratura italiana".

Tra i titoli già proposti da Sharq/Gharb, che ha la direzione editoriale dello scrittore italo-algerino Amara Lakhous, 'I giorni dell'abbandono' di Elena Ferrante e 'Un borghese piccolo piccolo' di Vincenzo Cerami. Ma all'idea iniziale di pubblicare e stampare in Italia è stata poi preferita quella di trovare la collaborazione di case editrici già attive sul posto. E per la distribuzione la strada da seguire è ancora quella degli editori locali, molti dei quali - soprattutto quando non hanno le dimensioni dell'egiziano Shorouk, per esempio, che conta anche su proprie librerie - usano le fiere del libro per far conoscere le proprie pubblicazioni negli altri Paesi, e chiedere l'aiuto di altri editori per la distribuzione anche da loro. E se la soluzione fosse nell'e-book, visto che i giovani arabi 'smanettano' quanto i loro coetanei europei, se non ancora di più visto che con internet hanno fatto le rivoluzioni? Forse sarà la strada del futuro, ma per ora - conferma Barbara Ferri - l'ebook è ancora meno diffuso che in Italia.

Ma se portare gli autori italiani contemporanei nel mondo arabo non è facile - causa anche lo scarso numero di lettori in quei Paesi - non si puo' dire che siano molti gli autori arabi a godere in Italia di grande popolarità. "Su 600 volumi tradotti in italiano dall'arabo o viceversa dal 1840 ad oggi - ha detto Rabii El Gamrani, giovane blogger ed esperto del ramo che vive tra l'Italia e il Marocco, citando in proposito uno studio di Chiara Diana - piu' della metà sono le traduzioni dall'italiano all'arabo'': cifre che evidenzierebbe ancora uno scarso interesse per la narrativa araba sul mercato librario italiano, se si fa eccezione per alcuni autori isolati o per quelli che scrivono in lingue occidentali. Un interesse che si va però intensificando, e che ha toccato i picchi maggiori in coincidenza con eventi di grande risonanza mediatica come la prima intifada, l'11 settembre e le rivolte arabe del 2001. Un ruolo lo ha avuto anche il Nobel per la letteratura allo scrittore egiziano Naguib Mahfouz nel 1988, cui però - ha osservato Chiara Comito, giovane arabista e autrice del blog Editoriaraba - non ne sono seguiti altri per gli autori arabi. (ANSAmed).

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