La descrizione della vita quotidiana, i racconti famigliari, le esperienze personali, la narrazione di luoghi e persone, descritti in maniera minuziosa nel ricordo fedele della protagonista sono lo sfondo a tutta la vicenda che si svolge tra Tunisi e il Kram, un quartiere sulla costa nord, a 15 chilometri dalla capitale. Il lettore viene così immerso in un lungo viaggio che tocca gli aspetti storici, sociali, politici e culturali tra Italia e Tunisia, mediante la lettura della vita della numerosa comunità italiana, passando per gli anni Trenta, il Fascismo e le tensioni con la comunità francese, la guerra, gli espatri, l'indipendenza tunisina e il lento scomparire degli italo-tunisini nel nuovo stato arabo.
La storia di Ida e della sua famiglia è una vita come tante in quegli anni, volutamente normale ma con peculiarità proprie, al tempo stesso unica e rappresentativa della complessa multiculturalità sociale della Tunisia dei primi settant'anni del Novecento, nata dal rapporto e scambio quotidiano tra usi e costumi diversi.
Italiani e francesi, arabi, ebrei e maltesi e molti altri ancora, fuggiti o emigrati dai loro paesi di provenienza, hanno costituito per decenni un humus sociale e culturale irripetibile che la protagonista racconta, attraverso il suo personale modo di concepire il mondo che la circonda, e il suo diventare donna.
Una storia del tutto inedita e nuova, di un mondo ormai lontano e perduto, ma non dimenticato dai tanti italiani di Tunisia sparsi per il mondo e nemmeno dai molti arabi che, ancora oggi, ricordano quei tempi. L'obiettivo del libro non vuole però essere quello di un nostalgico racconto dei tempi passati ma, invece, far rivivere una vicenda di emigrazione che solo oggi, lentamente, sta iniziando ad essere riscoperta per narrare una positiva esperienza transculturale, in particolare tra tunisini e italiani, che si potrebbe prendere a esempio per comprendere e analizzare con occhio più profondo le attuali esperienze migratorie e di convivenza ancora oggi presenti nel bacino del Mediterraneo.
"Penso che la storia ancora poco conosciuta degli italiani di Tunisia sia oggi sempre più attuale e possa aiutare a comprendere, con sguardo diverso e inedito, i rapporti tra queste due sponde del Mediterraneo, attualmente problematici per le note vicende migratorie, portando un positivo esempio di rispetto tra i popoli", spiega Bonazzi, sottolineando che "la vita di Ida e della sua famiglia sono un esempio di convivenza e tolleranza reciproca tra due Paesi che hanno molte più cose in comune di quanto si pensi". (ANSAmed).
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