La Tunisia intende inoltre incoraggiare gli investimenti privati ;;e promuovere le relazioni regionali, internazionali e accademiche, al fine di accelerare la transizione verso sistemi di produzione più sostenibili e innovativi che rispettino gli ecosistemi nelle varie fasi della produzione. Intervenendo alla conferenza, che riunisce oltre 1100 esperti e rappresentanti di agenzie africane e organizzazioni internazionali come la Banca Mondiale e la Fao, il ministro ha sottolineato che l'acquacoltura è uno dei settori più dinamici su scala internazionale e ha registrato una crescita considerevole nei paesi africani negli ultimi anni, considerando che rappresenta una soluzione per superare le sfide della sicurezza alimentare e della scarsità di risorse idriche nel continente. Prendendo la parola, la coordinatrice della conferenza e professoressa presso l'Istituto nazionale di scienze e tecnologie del mare (Instm) Nadia Cherif ha affermato che l'incontro è un'importante opportunità per costruire partnership e condividere esperienze e competenze nel campo dell'acquacoltura. Inoltre, ha sottolineato che a margine di questa conferenza si tiene una mostra dedicata alle ultime tecniche di acquacoltura, aggiungendo che include oltre 70 espositori internazionali.
Il responsabile del laboratorio di acquacoltura marina e continentale dell'Instm, Mohamed Salah Azaza, ha indicato da parte sua che la produzione di acquacoltura in Tunisia varia tra 21 e 22 mila tonnellate, ovvero il 13% della produzione ittica totale del paese. La maggior parte dei prodotti dell'acquacoltura è destinata al consumo interno. Solo il 10-15% di questi prodotti viene esportato nei paesi arabi ed europei e in Canada, ha aggiunto. Il settore conta ora circa trenta aziende in Tunisia, ha detto, aggiungendo che deve affrontare molte sfide come altri settori agricoli, tra cui l'aumento dei costi di produzione. (ANSA) (ANSAmed).
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