Karim Souhaid, nome di spicco del settore privato per la gestione dei fondi, formatosi a Harvard e sostenuto dal presidente della Repubblica Joseph Aoun, è stato eletto con 17 voti a favore sui 24 totali.
Souhaid succede al
governatore ad interim Wassim Mansuri, che ha guidato la Banca
centrale nell'interregno seguito alla fine del mandato di Riad
Salame.
Salame, per trent'anni a capo dell'istituto di via Hamra, è
stato incriminato in Libano e in diversi paesi europei per
presunti illeciti finanziari. E da più parti è indicato come uno
dei corresponsabili della crisi finanziaria scoppiata nel 2019.
L'elezione di Souhaid arriva in un momento in cui il Libano
cerca di rialzare la testa dopo cinque anni dall'inizio di
quella crisi aggravata dalla pandemia, dalla guerra nella vicina
Siria e dalla recente guerra con Israele. Il nuovo governatore
della Banca centrale dovrà guidare, tra le altre cose, il nuovo
ciclo di discussioni tra Libano e Fondo monetario internazionale
per far sì che il paese aderisca a un programma di assistenza,
condizionato però all'attuazione di una serie di riforme
istituzionali, politiche e finanziarie attese da anni.
L'accordo col Fondo monetario internazionale, affermano i
media, faciliterebbe anche il compito del paese di raccogliere,
tra gli altri, gli undici miliardi di dollari stimati come
necessari per la ricostruzione delle aree distrutte dalla guerra
con Israele. (ANSAmed).
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