"Ieri, queste persone, in fuga da Bengasi a bordo di una piccola e sovraffollata imbarcazione in vetroresina - spiega Casarini - si erano messe in contatto con Alarm Phone chiedendo aiuto. Alarm Phone aveva immediatamente rilanciato l'sos alle autorità europee, Italia e Malta, chiedendo un tempestivo intervento di soccorso. Successivamente la barca in pericolo è stata anche individuata dall'osservazione aerea del velivolo Seabird di Sea-Watch, che ne ha, a sua volta fornito la posizione alle autorità. Ci risulta che il Centro di coordinamento del soccorso marittimo di Roma abbia assunto il coordinamento del caso e abbia diretto sulla posizione indicata più di una nave mercantile. Tra queste la P. Long Beach, petroliera battente bandiera delle Isole Marshall, gestita da armatori greci e proveniente dal porto di Trieste". "Risulta anche che, nel corso della notte appena trascorsa - prosegue il capomissione di Mediterranea - la nave abbia operato il recupero in mare delle 27 persone. Secondo la nostra attività di monitoraggio, in questo momento la petroliera è diretta verso il porto libico di Marsa Brega. Si tratta di un respingimento verso un Paese dove l'incolumità e i diritti fondamentali delle 27 persone a bordo sono a rischio. Una gravissima violazione del diritto internazionale, a partire dalle Convenzioni di Amburgo e Ginevra. Una vera e propria deportazione che sta avvenendo con la diretta complicità delle autorità italiane". "Chiediamo - conclude Casarini a nome di Mediterranea Saving Humans - che l'Mrcc di Roma, nel suo ruolo di coordinamento, ordini immediatamente alla P. Long Beach di invertire la rotta e di sbarcare le persone in un porto sicuro europeo. Chiediamo in ogni caso che il comandante e l'armatore della petroliera non si rendano responsabili di un crimine contro queste 27 vite. Siamo già pronti a qualsiasi azione legale a difesa dei diritti di queste 27 persone".(ANSAmed).
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