Ma è anche la vigilia del primo vero round del processo per l'uccisione di Giulio Regeni.
Una questione delicatissima su cui la premier
alla fine, incalzata dai cronisti, garantisce che la posizione
dell'Italia non cambia. Per il ricercatore friulano bisogna
continuare a cercare "verità e giustizia" ma questo non può
certo impedire di stringere rapporti con interlocutori come il
Cairo, sempre più "strategici" soprattutto da quando è scoppiato
il conflitto in Medio Oriente.
"L'Italia pone tendenzialmente sempre questa questione",
risponde la premier in un punto stampa improvvisato e rapido, al
termine delle dichiarazioni ufficiali dopo la firma della
dichiarazione congiunta Ue-Egitto. Ma non c'è traccia del caso
Regeni nel resoconto (che arriva solo da parte egiziana)
dell'incontro bilaterale a margine del summit con la delegazione
europea. Ieri d'altronde il cuore della missione erano da un
lato i 7,4 miliardi di aiuti che l'Europa garantirà al Cairo di
qui al 2027 - di cui 200 milioni a fondo perduto per la gestione
dei migranti - e dall'altro una decina di memorandum tra Italia
ed Egitto nel solco di quel Piano Mattei che la premier
sponsorizza in ogni occasione e che sta iniziando a prendere
forma con i primi progetti con i Paesi africani. Meloni arriva
per ultima nella capitale egiziana, dopo aver partecipato in
mattinata a Roma alla cerimonia all'Altare della Patria per la
Festa dell'Unità nazionale. Nel frattempo gli altri leader
europei si incontrano per un pranzo di lavoro nell'hotel che li
ospita, prima di andare al Palazzo presidenziale per il vertice.
Insieme a Ursula von der Leyen ("potrà sempre contare
sull'Italia" per cercare il dialogo tra le "due sponde" del
Mediterraneo sottolinea Meloni) ci sono il premier belga
Alexander De Croo, presidente di turno Ue, quello greco Kyriakos
Mitsotakis, il cancelliere austriaco Karl Nehammer e il
presidente cipriota, Nikos Christodoulidis. Tutti hanno
bilaterali con al Sisi in cui è Gaza in realtà il tema
ricorrente. Il ruolo che tutti riconoscono al presidente
egiziano di mediazione per arrivare a quel "cessate il fuoco"
che tutti invocano, sottolineando allo stesso tempo il sostegno
alla popolazione palestinese che la Ue e l'Italia stanno
continuando a dare. C'è anche la firma ad hoc, sottolinea
Meloni, di un memorandum sulla sanità, per dare assistenza ai
civili che lasciano la Striscia e arrivano in Egitto.
Il Cairo dalla Ue è considerato "partner affidabile", un
"pilastro della sicurezza del Mediterraneo", come si legge nella
dichiarazione congiunta in cui si sottolinea che si continuerà a
lavorare sugli "impegni per promuovere ulteriormente la
democrazia, le libertà fondamentali e i diritti umani". Proprio
quelli che - contestano le opposizioni in Italia, a partire dai
Dem, e a Bruxelles - non vengono rispettati dal governo di
al-Sisi. "Ho letto le critiche di Elly Schlein" ma "non mi sono
candidata a fare la segretaria del Pd", risponde andando a sua
volta all'attacco la premier. "Con gli insulti", il suo
ragionamento, "ci riconoscono che l'Italia ha fatto scuola" sui
migranti. Secca la controreplica della segretaria del Pd che va
giù dura contro gli "accordi con i regimi come quello egiziano,
che da anni sta coprendo gli assassini di Giulio Regeni".
Proprio il tema su cui la premier più è esposta nel breve punto
stampa. "C'è un processo in Italia che sta andando avanti,
continueremo a tentare di ottenere qualcosa di più", dice
Meloni. Ma gli accordi, se servono a garantire forniture
energetiche alternative a quelle russe, se servono a ridurre gli
sbarchi, si fanno. Anche se ancora non c'è quella "giustizia"
per Giulio Regeni che i suoi genitori continuano a invocare.
(ANSAmed).
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