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Dakhla, la provincia più a sud del Marocco, è pronta al rilancio

Infrastrutture ed energie alternative per diventare hub africano

01 luglio 2024, 17:50

Redazione ANSA

ANSACheck
- RIPRODUZIONE RISERVATA

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DAKHLA - È la più meridionale delle province del Marocco, la dodicesima e la più lontana. Quella di Dakhla, 200mila abitanti, con un Pil procapite di 7mila dollari quando la media nazionale ne conta 3mila, si appresta ora a diventare un volano di economia per il Paese e per le regioni africane sull'Atlantico. L'autostrada che entro il 2030 collegherà Tiznit a Layoune e Dakhla, il grande porto commerciale, i progetti di energia rinnovabile e la centrale di desalinizzazione sono i cardini della prossima vita della provincia Saharaoui.

Finanziamenti pubblici (per il 70%) e privati per un totale di circa 40 miliardi di dollari, promettono di allontanarla dalle annose controversie politiche con Polisario e l'Algeria.

Ora che Dakhla conta 77 consolati e Layoune 12, la sovranità marocchina sul territorio sembra al sicuro. Re Mohammed VI del Marocco ha giurato di fare di questa lingua estrema di territorio marocchino lo snodo per l'Africa atlantica, il collegamento tra le regioni subsahariane e l'Europa. Pesca e acquacoltura in una delle zone più pescose del mondo, troveranno nel nuovo porto Atlantico, pronto tra 4 anni, un alleato commerciale strategico, l'autostrada porterà anche nuovo turismo.

Il paradiso dei surfisti cambierà sicuramente volto, promettono il governatore regionale Ali Khalil e il presidente della provincia, Yanja El Khattat, con un'offerta che oggi è già di 2.500 posti letto, per una domanda che in 10 anni è passata da circa 50 a oltre 300 prenotazioni. C'è poi l'agricoltura che con oltre 3000 ore di sole l'anno permette di offrire ai mercati gourmand primizie oltre che colture diversificate. A sostegno del settore arriverà la nuova stazione di desalinizzazione, che alimentata da un parco eolico, permetterà di irrigare fino a 5250 ettari.

Gli investitori stranieri puntano alle energie rinnovabili e soprattutto alla produzione di idrogeno verde e ammoniaca, spiega il governatore. Statunitensi, europei e russi sono accorsi numerosi. "Mancano per il momento i cinesi, che aspettiamo se volessero cambiare idea - dice El Khattat - ma Giappone e Spagna sono già i principali partner commerciali per l'economia azzurra". 

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