Stamattina il silenzio incombeva sul campo profughi di Jenin prima che cominciassero a tornare le persone che erano fuggite a causa dei combattimenti degli ultimi dieci giorni. Giornalisti dell'Afp sono riusciti ad accedere al campo, ormai divenuta una sorta di città con strutture in muratura, senza essere fermati da posti di blocco militari. Bulldozer militari hanno distrutto asfalto stradale e squarciato facciate di edifici. Mentre alcuni rimangono seduti in silenzio su sedie di plastica davanti alle loro case danneggiate, e piccoli bulldozer si adoperano per sgomberare le macerie, bambini riprendono a giocare per le strade. Aziz Taleb, 48 anni e padre di sette figli, osservando i danni all'interno della propria casa dice: "Grazie a Dio," i bambini "erano partiti il giorno prima (dell'irruzione dei soldati) per sistemarsi da alcuni vicini". Centinaia di abitanti del campo profughi hanno partecipato ai funerali delle persone uccise durante l'operazione, trasportando i corpi in processioni accompagnate da canti e spari. (ANSAmed).
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