Nel rapporto di 179 pagine, Hrw afferma di avere scoperto che le autorità israeliane hanno intenzionalmente privato i palestinesi di Gaza dell'accesso all'acqua potabile e ai servizi igienici necessari per la sopravvivenza umana di base. "Le autorità e le forze israeliane hanno interrotto e in seguito limitato l'acqua corrente a Gaza; hanno reso inutile la maggior parte delle infrastrutture idriche e igienico-sanitarie di Gaza tagliando l'elettricità e limitando il carburante; hanno deliberatamente distrutto e danneggiato le infrastrutture idriche e igienico-sanitarie e i materiali per la riparazione dell'acqua; e hanno bloccato l'ingresso di forniture idriche essenziali".
"L'acqua è essenziale per la vita umana, eppure per oltre un anno il governo israeliano ha deliberatamente negato ai palestinesi di Gaza il minimo indispensabile di cui hanno bisogno per sopravvivere", ha affermato Tirana Hassan, direttore esecutivo di Human Rights Watch. "Non si tratta solo di negligenza; è una politica calcolata di privazione che ha portato alla morte di migliaia di persone per disidratazione e malattie, che non è altro che un crimine contro l'umanità di sterminio e un atto di genocidio".
Human Rights Watch ha intervistato 66 palestinesi di Gaza, 4 dipendenti della Coastal Municipalities Water Utility (Cmwu) di Gaza, 31 operatori sanitari e 15 persone che lavorano con agenzie delle Nazioni Unite e organizzazioni umanitarie internazionali a Gaza. Human Rights Watch ha anche analizzato immagini satellitari, fotografie e video catturati tra l'inizio delle ostilità nell'ottobre 2023 e settembre 2024, nonché dati raccolti e stime prodotte da medici, epidemiologi, organizzazioni umanitarie ed esperti di acqua e servizi igienici. A fronte di quanto rilevato - afferma Hrw nel rapporto - "i governi e le organizzazioni internazionali dovrebbero adottare tutte le misure per prevenire il genocidio a Gaza, tra cui l'interruzione dell'assistenza militare, la revisione degli accordi bilaterali e delle relazioni diplomatiche e il sostegno alla Corte penale internazionale". (ANSAmed).
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