La Germania ha annunciato di voler contribuire a distruggere, sul proprio territorio, parte dell'arsenale chimico di Assad, mentre in vista della cosiddetta 'Ginevra 2' il presidente russo Vladimir Putin ha parlato al telefono con l'iraniano Hassan Rohani.
Sul
terreno, il regime di Damasco continua indisturbato a bombardare
le località solidali con la rivolta, evitando di colpire le
postazioni dei combattenti qaedisti, questi ultimi sotto attacco
da giorni da parte di ribelli anti-regime delle regioni del nord
e del nord-est. Nell'ambito di questa lotta tutt'altro che
fratricida, un'autobomba piazzata dai qaedisti contro un posto
di blocco di insorti nella regione centrale di Hama ha ucciso 18
persone. Altri attentati dinamitardi sono stati compiuti dai
qaedisti nelle zone negli ultimi giorni riprese dai ribelli. In
questo quadro di violenze continue, l'Onu ha denunciato oggi che
il conflitto siriano ha riportato il Paese indietro di 35 anni e
che la metà della popolazione vive ormai in povertà. La
questione dell'eliminazione dei depositi di armi chimici
denunciati dal regime ha intanto oggi registrato un'importante
accelerazione: la società tedesca Geka, con sede a Munster, in
Bassa Sassonia, ha già dato la sua disponibilità, confermata dal
governo di Berlino. Ma la parte più consistente del processo di
distruzione avverrà in mare e se ne occuperà la nave americana
Cape Ray. Questa sarà nel Mediterrneo tra il 23 e il 26 gennaio
e caricherà i materiali tossici in un non meglio precisato porto
italiano, dove la nave danese Akr Futura scaricherà il velenoso
fardello. La Ark Futura ha cominciato due giorni fa nel porto
siriano di Latakia il carico degli agenti più pericolosi e
attende di poter completare l'operazione in alcune settimane,
man mano che le armi chimiche raggiungeranno il porto siriano
nonostante gli ostacoli sul terreno che minano la sicurezza del
trasporto. A tal proposito, fonti diplomatiche europee anonime
hanno rivelato alla stampa americana che il delegato siriano
presso l'Opac ha denunciato due attacchi da parte di non meglio
precisati terroristi a due siti di gas tossici nella regione di
Damasco e Homs. Il responsabile siriano non ha però dato
precisazioni sulle circostanze degli attacchi. In ogni caso, una
volta che i materiali saranno a bordo della Cape Ray ci vorranno
circa due mesi - secondo fonti Opac - per la distruzione degli
agenti chimici, mentre l'Opac ha indetto una gara d'appalto
internazionale per il trasporto, il trattamento e lo smaltimento
delle sostanze meno pericolose in impianti chimici civili. Di
questo passo, potrebbero essere rispettati i tempi previsti dal
piano che prevede la distruzione dei gas "di priorità 1" (tra
cui il Sarin e l'iprite) entro la fine di marzo, e dei restanti
materiali chimici entro giugno. (ANSAmed).
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