TUNISI - "Lo Stato tunisino sarà in grado di trovare la formula adeguata per assicurare la parità uomo-donna nell'eredità". Lo ha detto ieri il presidente della Repubblica tunisina Beji Caid Essebsi in occasione della cerimonia per la Festa della Donna, nel giorno che celebra ogni anno in Tunisia la ricorrenza dell'entrata in vigore del Codice sullo statuto della persona (Codice di Famiglia) nel 1956, e diventa anche occasione per fare il punto della situazione reale sulla condizione femminile nel Paese.
Secondo la Sharia alla donna spetta la metà di quanto spetta all’uomo del lascito ereditario, ma la norma viene spesso diversamente applicata secondo i gradi di parentela. Inoltre, le convenzioni in uso nell’alta borghesia tunisina hanno finora ovviato al cavillo attraverso donazioni o cessioni di proprietà ante mortem. L'applicazione della legge non salva però le meno fortunate, cresciute in ambienti rurali, tradizionalisti o meno istruiti.
Il presidente ha dichiarato inoltre di aver contattato il ministro della Giustizia per la revisione di una circolare del 5 novembre 1973 che impedisce il matrimonio tra un cittadino straniero non musulmano e una tunisina musulmana.
Essebsi ha anche annunciato la creazione di una commissione delle libertà individuali e dell'uguaglianza presso la presidenza incaricata di redigere un rapporto sulle riforme relative alle questioni sulla parità di genere conformemente alla Costituzione del 2014 e alle norme internazionali dei diritti umani.
Le dichiarazioni del presidente hanno scatenato sulla rete da parte di politici e cittadini comuni reazioni contrastanti, come ogni volta accade in Tunisia quando vengono in qualche modo toccate questioni che hanno a che fare con la religione. La norma che regola la questione ereditaria discende infatti direttamente dal Corano, così come anche il divieto per una donna musulmana di sposare un non musulmano. Da un lato i detrattori di Essebsi criticano le sue proposte bollandole come "blasfeme" e dall'altro i suoi sostenitori le stimano invece "avanguardiste" e "storiche".
Consapevole della portata di dette proposte lo stesso Essebsi nel suo discorso aveva detto di confidare nell'intelligenza dei tunisini.
Poche settimane fa la Tunisia aveva fatto un ulteriore passo avanti nella legislazione a favore della donna: il parlamento aveva infatti passare all'unanimità la legge contro la violenza sulle donne, che fra l'altro abroga il 'perdono' con 'matrimonio riparatore' per i responsabili di stupro di una minorenne.
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