Un incontro durato circa due ore, durante il quale si è parlato anche della necessità che il governo tunisino metta in campo le riforme necessarie per avanzare nel percorso democratico del Paese. Weber ha rimarcato che da parte dell'Ue non c'è alcuna volontà di "mettere un dito nell'occhio" alla Tunisia sulle riforme costituzionali da mettere in campo. Ma, allo stesso tempo, l'Ue non darà il suo placet al prestito da 900 milioni di euro finché il Fondo Monetario Internazionale e Tunisi non troveranno un accordo. Il presidente tunisino ha ribadito il suo impegno nel contrasto ai flussi irregolari dei migranti, negando qualsiasi accusa di razzismo o di trattamento inumano di chi arriva dalle regioni subsahariane.
Da parte sua, il leader del Popolari europei ha sottolineato la necessità che ci siano maggiori investimenti di imprese europee nel Paese e, anche per questo obiettivo, è necessario che gli investitori abbiano certezza della stabilità politica del Paese maghrebino. Weber ha avuto un colloquio anche con il ministro dell'Interno Kamel Feki, tutto incentrato sul dossier migrazione.
Nel corso dell'incontro da parte tunisina è stata espressa preoccupazione innanzitutto per il controllo del confine con l'Algeria, che è particolarmente complesso. mentre con la Libia, ha spiegato Feki, la cooperazione per il controllo della frontiera è più operativa. Weber, prima di partire per Tunisi, aveva preparato la visita con la presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen e aveva parlato con il ministro degli Esteri italiano Antonio Tajani. Anche la premier Giorgia Meloni, viene spiegato, era a conoscenza della missione del leader del Ppe. (ANSAmed).
Riproduzione riservata © Copyright ANSA