Secondo l'organizzazione umanitaria internazionale l'esercito libanese e le autorità cipriote hanno cooperato per fermare i rifugiati e rimandarli in Siria, dove rischiano di essere arrestati o di rimanere vittima di soprusi e violazioni.
Secondo il comunicato di Hrw, l'esercito libanese ha intercettato imbarcazioni di rifugiati siriani dirette verso l'Europa e li ha rimpatriati sommariamente in Siria. Allo stesso tempo, le autorità cipriote hanno rinviato in Libano i rifugiati siriani le cui barche avevano raggiunto le coste di Cipro, senza considerare il loro status di rifugiato. Hrw ha sottolineato che molti di questi migranti sono stati immediatamente espulsi in Siria dall'esercito libanese.
Molti migranti attraversano il confine tra Siria e Libano, spesso con l'intenzione di emigrare illegalmente verso l'Europa.
Coloro che tentano di fuggire dal Libano in barca scelgono spesso Cipro come destinazione, dato che è il paese dell'Unione Europea più vicino.
Secondo Nadia Hardman, esperta di migrazione per Hrw, l'Ue contribuisce indirettamente a queste violazioni finanziando le operazioni libanesi.
Anche Cipro è stata accusata di violare questo principio, rimandando i rifugiati in Libano, da dove rischiano di essere espulsi in Siria. Dal canto suo, il ministro dell'Interno cipriota, Constantinos Ioannou, ha dichiarato a Hrw che nel 2020 Cipro e Libano hanno rinnovato il loro accordo di cooperazione per la gestione dei migranti che attraversano il mare.
Le autorità libanesi hanno affermato che ogni rimpatrio o espulsione a cui hanno partecipato è stato condotto nel rispetto degli standard internazionali sui diritti umani. Tuttavia, Hrw ha precisato che l'esercito libanese non ha risposto alle sue richieste di chiarimenti. (ANSAmed).
Riproduzione riservata © Copyright ANSA