Il luogo presenta un'altra particolarità altrettanto enigmatica: la presenza in un piccolissimo cimitero giustapposto alla moschea, di diverse tombe giganti lunghe oltre 5 metri, la cui origine rimane ancora oggi inspiegabile. Nel sud della Tunisia: i sette santi sono venerati anche in una grotta a El Oudiane, e in un vecchio cimitero a Midès. È probabile che questi siti fossero frequentati già in epoca preislamica, senza dubbio dedicati ad altri culti, e che dopo l'islamizzazione della regione, le popolazioni locali, soprattutto ibadi, abbiano mantenuto i culti resi a questi santuari. Furono poi gradualmente i Sette Dormienti ad essere venerati lì. Sembra che la moschea di Chenini sia stata ricostruita da un oratorio più antico, scavato nel fianco della montagna; fu ampliato di un ambiente costruito nel 1323 e dotato di un alto minareto, oggi molto pendente. Le origini del villaggio risalgono al XII secolo, quando i berberi si rifugiarono in queste terre per sottrarsi all'invasione degli uomini del Califfo Fatmide al-Mustansir. A quell'epoca risale anche la costruzione della Moschea dei Sette Dormienti, che prende il nome da una curiosa leggenda secondo la quale lì, in tombe lunghe più di 5 metri, sarebbero sepolti sette santi dalle dimensioni di giganti. In realtà le leggende legate a questo luogo sono così diverse tra loro che è molto difficile orientarsi, ma questa imprecisione non toglie nulla alla sacralità del luogo, venerato da secoli: la gente del luogo, citano molti studi al proposito, soprattutto le giovani ragazze da sposare , vengono il venerdì per pranzare vicino alle tombe e accendere candele. Il mito dei Sette Dormienti ha attraversato i secoli e le frontiere, penetrando profondamente nel tessuto culturale del Maghreb. In Tunisia e in altri Paesi maghrebini, il mito è stato incorporato nella tradizione orale e ha influenzato la comprensione della convivenza tra diverse fedi religiose e la moschea dei Sette Dormienti di Chenini Tataouine è un esempio tangibile di come questo mito sia stato abbracciato e celebrato nella regione del sud tunisino e di come questo luogo sia capace di unire storia e fede in un'unica espressione di spiritualità.
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