Rametta spiega ad ANSAmed che a Malfa si sono organizzate in passato due feste della cucina marocchina, con piatti tipici del Paese per degustazioni collettive e musica a beneficio degli isolani, in un incontro di culture. "Sono talmente integrati che a Natale partecipano al Presepe vivente, marocchini e altri africani presenti a Salina rappresentano una festa che non è la loro. E questo perché l'avvicinamento tra la nostra e la loro cultura non è unilaterale, ma reciproco", commenta la sindaca, che sottolinea anche la presenza di varie iniziative in ambito scolastico per un dialogo che parte già dalle classi.
Prima dell'attività politica, la sindaca è stata un'imprenditrice che con il marito ha scelto a fine anni Ottanta di ristrutturare dei vecchi ruderi, nucleo originario dell'attuale albergo Signum, dalla cucina stellata Michelin.
Rametta critica l'approccio del decreto flussi in quanto "sistema le persone già arrivate, ma poi emerge che servono unità in più perché mancano".
"I datori di lavoro si lamentano, c'è carenza di manodopera in tutti i settori, dunque facciamo la formazione di coloro che sono già sbarcati, tenendoli. Invece si lotta per farli andare via e poi si aprono le finestre per far entrare gli altri", evidenzia. "C'è una cattiva gestione di un fenomeno che va avanti da anni mentre serve un approccio più razionale, organizzato. Questa gente scappa da guerre, inondazioni, siccità, ha bisogno di opportunità e noi abbiamo un lavoro da dare, ma le leggi sono diventate rigide e le imprese non possono prendere gli irregolari perché si va nel penale, quindi non si possono aiutare queste persone in fuga, anche volendo", commenta rammaricata.
Entusiasta del clima trovato a Salina è Smahane Sammoudi, 23enne di origine marocchina arrivata nel 2005. "Sono nata in un paese vicino Casablanca e mio nonno è stato il primo marocchino delle isole Eolie, passato da Salina a Filicudi. Poi è arrivato mio padre e infine io con la famiglia, siamo stati qualche anno a Filicudi ma non c'era tanto lavoro, quindi ci siamo spostati a Salina", racconta ad ANSAmed, ricordando con la luce negli occhi le feste della cucina marocchina organizzate. "Abbiamo trovato apertura e disponibilità assenti altrove. Io lavoro da 7 anni al Signum, come mia zia e mia madre. Dopo il liceo Linguistico ho scelto un corso per diventare parrucchiera a Brescia, dove il clima nei miei confronti è molto ostile. Non vedo l'ora di terminarlo tra 7-8 mesi in modo da tornare a Salina per iniziare la mia nuova professione, e magari tornerò al Signum per fare la piega alla signora Clara e alle clienti dell'albergo", si augura ridendo.
Altra storia di felice integrazione è quella di Morlaye Touré: "Sono arrivato senza documenti nel 2009, ero sposato ma mia moglie era in Guinea e non l'ho vista per quattro anni. Clara Rametta mi ha permesso di mantenere la mia famiglia lavorando, al Signum faccio un po' di tutto mentre mia moglie si occupa delle camere", precisa. "Adesso ho 33 anni e tre figli che studiano qui, le persone sono tutte gentili e disponibili. Il marito della signora Rametta mi spiega cosa fare e come insieme agli altri colleghi, per esempio per la manutenzione del giardino. Lui mi insegna inoltre l'italiano, perché io parlo solo francese e ho frequentato le scuole in Guinea. Nella mia vita ho sempre soltanto studiato e giocato a calcio, ma grazie all'aiuto trovato qui adesso sono in formazione continua e imparo tanto ogni giorno. Per questo sono molto grato, so che tanti non hanno le stesse possibilità a me offerte", conclude.
(ANSAmed).
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