ROMA - Dal 16 al 26 novembre, su invito dei curatori Costis Paniyiris e Andreas Nikolovgenis, le artiste Christina Nakou e Anna Pangalou hanno tenuto una lunga esibizione-performance al padiglione greco della XVIII Biennale di Architettura di Venezia.
E' stata la terza tappa del progetto "Transiens Nostrum", che ha gradualmente decostruito la mostra "Bodies of Water" dedicata a dighe e bacini artificiali che trasformano il paesaggio della Grecia.
Alla fine della Biennale, le due opere si sono fuse insieme in una nuova opera d'arte così da evidenziare la relazione trasformativa, imprevedibile e in continua evoluzione tra le strutture umane e natura; un riferimento alle inondazioni causate dalla tempesta mediterranea Daniel lo scorso settembre.
Collegata al progetto è stata anche la presentazione dell'opera presso il padiglione della Grecia, vicino ai canali dei Giardini per sottolineare i cambiamenti delle maree a Venezia e il fenomeno dell'acqua alta, evidenziando il carattere globale del cambiamento climatico La navigazione del 'Transiens Nostrum' - come a dire il mare nostrum che passa - è iniziata con la mostra "In Presentia" al Bastione di San Giorgio sull'isola greca di Rodi. La tappa successiva è stata l'isola di Syros con la mostra "Tergine" nel vecchio edificio della dogana. In futuro si prevede che "Transiens Nostrum" viaggerà verso altri porti del Mediterraneo come Alessandria e Marsiglia.
Tra gli oggetti esposti figuravano grandi superfici vetrate sospese con i piani batimetrici di dighe della Grecia, un piedistallo di cartone riciclato, modelli in scala e disegni dei bacini idrici della Grecia insieme ad un archivio di fotografie storiche e contemporanee.
"'Bodies of Water' al padiglione greco considerava il sistema di dighe e bacini artificiali come un arcipelago invertito. Ci ha ispirato a concentrarci sull'idea di sommersione, alla luce anche delle recenti inondazioni che hanno colpito il Mediterraneo, che hanno causato enormi cambiamenti geografici costringendo gli abitanti locali a trasformare le loro vite", afferma Cristina Nakou. "Venezia, un porto dove le persone restano in dialogo quotidiano con il trasformativo condizione delle fluttuazioni dell'acqua, offre una piattaforma per contemplare la dipendenza reciproca tra le opere degli esseri umani e l'ambiente naturale", aggiunge.
"Lo specifico spazio architettonico in cui abbiamo presentato è un fattore decisivo nel dare forma alla nostra mostra. A Venezia, lo spazio del padiglione greco insieme alla mostra "Bodies of Water" di Paniyiris Nikolovgenis e il paesaggio sonoro di Dimitris Karageorgos sono diventati lo stimolo per la progettazione dell'installazione "Transiens Nostrum" nata come performance. Siamo interessati a studiare l'asse verticale del movimento del mare a Venezia - movimento che crea l'acqua alta. Lo spazio, i dettagli e il fattore umano manifestati attraverso le reazioni dei visitatori sono percepite come una partitura tridimensionale, visivamente e attraverso il suono. La particolarità del padiglione greco come è che è uno spazio in costante trasformazione", afferma Anna Pangalou.
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