(di Hassen Houicha)
ALGERI - Ogni anno a dicembre, e in particolare nella seconda metà del mese appena trascorso, periodo che coincide con le vacanze scolastiche in Algeria, molte famiglie algerine si dedicano alla raccolta a mano delle olive. Una pratica radicata nella tradizione, che continua nonostante l'avanzare della modernizzazione e che rappresenta un momento di coesione familiare e culturale.
Come è noto, gli olivi per la produzione di olio sono particolarmente diffusi in vaste aree dell'Algeria settentrionale, come la regione della Cabilia (nel centro del Paese) e le province orientali di Jijel e Skikda (sulla costa) e Guelma e Mila (nell'entroterra).
Nel Paese maghrebino, l'ulivo rappresenta circa il 45% della superficie coltivata ad alberi da frutto, con un'area totale stimata in 443.000 ettari (secondo i dati del ministero dell'Agricoltura), rispetto ai 160.000 ettari dell'inizio del millennio, ripartiti in 49 delle 58 province.
Le autorità algerine prevedono di raggiungere 1 milione di ettari di ulivi entro il 2030 e di produrre 100 milioni di litri di olio d'oliva all'anno. Il numero totale di ulivi è attualmente stimato in oltre 65 milioni, di cui 48 milioni sono produttivi.
Nonostante la crescente diffusione di macchinari e moderni metodi di raccolta, ampie zone dell'Algeria si affidano ancora ai metodi tradizionali a causa dei terreni molto accidentati in cui si trovano gli uliveti, come nelle province di Tizi Ouzou e Bouira (nella regione della Cabilia) e Jijel, Skikda e Mila (nella parte orientale del Paese).
In questo contesto, ANSAmed ha documentato da vicino la raccolta tradizionale delle olive nella provincia costiera di Jijel, accompagnando una famiglia della regione di Agouf, situata a circa 600 metri sul livello del mare, ai piedi di una montagna di 1.200 metri.
Qui, il lavoro inizia con la stesura di un telo di plastica sotto gli ulivi; il telo copre l'intera area circostante per raccogliere i frutti che vengono fatti cadere dai rami colpiti con lunghi bastoni di legno. Questo compito è generalmente svolto dagli uomini.
Nel frattempo, le donne approfittano della mattinata per preparare il pranzo prima di recarsi nell'uliveto per partecipare alla raccolta. Il loro lavoro consiste principalmente nel raccogliere le olive cadute al di fuori del telo.
La scena non è completa senza la partecipazione di bambini piccoli, che nel corso degli anni imparano gradualmente la tradizionale raccolta delle olive, a volte con un po' di trambusto.
Il momento più atteso di tutto il processo è senza dubbio il pranzo sotto gli ulivi, immersi nella natura, che conferisce ai piatti un sapore unico. Segue una tazza di caffè, che aiuta a concentrarsi e a ridurre la stanchezza.
Dopo aver raccolto le olive cadute sui teli di plastica e averle riposte in sacchi, inizia il processo di separazione dalle foglie e dai rametti, un lavoro che richiede molta fatica.
Questo processo avviene tramite un lungo telo di plastica: le olive vengono lanciate a mano in direzione opposta al vento, il che permette di separarle dalle foglie e dai rametti e ottenere un prodotto pulito, pronto per essere trasferito al frantoio.
Djamel Houari, 56 anni, infermiere in pensione, spiega ad ANSAmed che il mantenimento del metodo tradizionale di raccolta delle olive è dovuto alla conformazione del terreno, impervia in quella regione, e alle grandi dimensioni degli alberi, alcuni dei quali pluricentenari.
Djamel sottolinea che l'obiettivo della raccolta non è necessariamente quello di ottenere l'olio d'oliva, ma soprattutto quello di riunire la famiglia in un'atmosfera fraterna di solidarietà e cooperazione, e di preservare un'antica tradizione tramandata di generazione in generazione.
Secondo Djamel, ogni dicembre molte persone tornano da Algeri e da altre città, dove lavorano durante l'anno, per riunirsi alle famiglie e partecipare alla tradizionale raccolta delle olive. "La partecipazione dei bambini è essenziale, nonostante il trambusto che portano, perché l'obiettivo è insegnare loro gradualmente la raccolta tradizionale e mantenere viva questa atmosfera familiare", ha aggiunto.
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