L'acqua del fiume Basento - che si
vuole trasferire in parte nella diga del Camastra per contenere
la crisi idrica che interessa circa 140 mila lucani (29 comuni
del Potentino, compreso il capoluogo di regione) - "viene
classificata in A2 e può essere destinata al consumo umano".
E' il risultato delle analisi svolte dall'Arpab, emerso
durante una riunione dell'unità di crisi, nel pomeriggio, nella
sede della Regione Basilicata, a Potenza, davanti alla quale
centinaia di persone hanno manifestato (una delegazione dovrebbe
essere ricevuta all'interno del palazzo della Regione).
Il direttore tecnico-scientifico dell'Arpab, Achille Palma -
secondo quanto reso noto dall'ufficio stampa della giunta
regionale - ha spiegato che le analisi sull'acqua del Basento
hanno portato alla luce "solo due leggeri superamenti,
tensioattivi (0,3 rispetto a 0,2) e fosfati (2,8 rispetto a
0,7), sostanze che comunque potranno essere trattate dal
potabilizzatore". Inoltre, sono stati trovati "valori ampiamente
sotto soglia di nichel e non sono state trovate tracce di Pfas
(sostanze contenute in rivestimenti antiaderenti, tessuti
impermeabili, contenitori per cibo, imballaggi). Al momento, con
questi parametri, l'acqua può essere trattata dall'impianto di
Masseria Romaniello e, quindi, utilizzata per scopi potabili".
Di conseguenza, secondo quanto si è appreso, le restrizioni
decise finora nell'erogazione dell'acqua nei 29 comuni dello
schema idrico del Camastra sono state confermate fino a domenica
17 novembre, quando sarà effettuata "una nuova valutazione".
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