"Se non cambiamo la legge resterà
questa regola: ossia che sono i singoli utenti a gestire i
contenuti": lo ha detto stamani, a Potenza, padre Paolo Benanti,
incontrando gli studenti delle scuole superiori del capoluogo
lucano in un dibattito sull'intelligenza artificiale,
rispondendo, in particolare, a una domanda sul fact checking.
"Già dagli anni '90 - ha continuato - con la presidenza Usa
di Clinton e con Al Gore, abbiamo accettato di utilizzare le
piattaforme con una clausola: ossia che la piattaforma digitale
non fosse responsabile dei contenuti messi on line. Ora possiamo
solo chiederci se questo sia un sistema in grado di
autoregolarsi. Questo ci permette cose molto buone, come quella
di avere un giornalismo digitale, che si sgancia dagli
investimenti fisici, ma che prevede anche lati oscuri e da
approfondire come quello di verificare cosa è giornalismo e cosa
non lo è".
Sulla regolamentazione, che "va compresa bene", Benanti ha
continuato: "un ambito così innovativo rischia di essere
penalizzato da una regolamentazione fatta a tavolino e che non
conosce il tecnologico. Di contro abbiamo esperienze molto
forti, come in ambito automobilistico: quando c'erano veicoli
che andavano molto forte, il codice della strada è stato creato
per evitare incidenti. Se non vogliamo incidenti abbiamo bisogno
di barriere che tengano le macchine in quel percorso".
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