Gli studenti delle scuole
superiori di Castrovillari (Liceo scientifico, Istituto tecnico
industriale statale e Liceo classico), con cartelli e slogan,
hanno contestato oggi la scelta di chiudere l'accesso alle
lezioni in presenza stabilito con propria ordinanza dal
presidente facente funzioni della Regione Calabria Nino Spirlì.
"Le nostre scuole - hanno scritto gli studenti in una lettera
inviata a Spirlì, e all'assessore regionale all'Istruzione
Sandra Savaglio - lo scorso 24 settembre, hanno voluto
riprendere la didattica in presenza impegnandosi al massimo per
garantire la sicurezza degli studenti, e ciò è stato possibile
solo grazie alla forte volontà dei dirigenti scolastici e degli
insegnanti, che con notevoli sacrifici, tutelano il nostro
diritto all'istruzione. Riattivare la didattica a distanza, a
nostro avviso, è una regressione. Il vero problema di questa
emergenza Covid-19 non siamo noi studenti, ma l'impotenza della
politica e delle istituzioni, a tutti i livelli, di garantire il
nostro diritto all'istruzione attraverso il potenziamento delle
infrastrutture necessarie alla scuola. La politica e le
istituzioni dimostrano ancora una volta che è molto più semplice
intervenire sull'anello più debole della catena sociale".
Per gli studenti, la didattica a distanza "significa creare
disparità nell'apprendimento e impossibilità da parte di tante
famiglie a garantire il diritto allo studio dei propri figli"
visto che "la connessione ad internet non è stabile ed
eccellente in tutti i comuni calabresi, e gli studenti che hanno
fratelli e sorelle che in contemporanea dovranno seguire le
lezioni attraverso la didattica a distanza, saranno fortemente
penalizzati". Per i ragazzi ospedali e tribunali sono i veri
focolai fino ad oggi; "e se uno dei problemi è il trasporto
pubblico, bisogna intervenire su quello, aumentare le corse per
gli studenti, troppo semplice intervenire sulla scuola,
sospendendo le lezioni in presenza".
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