Parte domani il più grande
processo alla 'ndrangheta. Alle 9.30, infatti, inizia la prima
udienza dibattimentale del procedimento "Rinascita-Scott" contro
le cosche del vibonese ed i loro legami con ambienti politici,
istituzionali e della massoneria deviata che si svolgerà nella
nuova aula bunker realizzata nell'area industriale di Lamezia
Terme. Oltre 300 gli imputati che dovranno rispondere di circa
400 capi di imputazione. Un evento al quale si sono interessate
le principali testate internazionali, come il Times, la Bbc, la
Associated press, l'Agen France Press, per citarne alcuni. Senza
contare le trasmissioni televisive e i giornali nazionali. Le
fasi dell'udienza, però, non potranno essere riprese. Stamani i
giornalisti si sono visti recapitare l'elenco degli
accreditamenti da parte del giudice Brigida Cavasino, nel quale
si comunica che "le riprese audio-video durante la celebrazione
dell'udienza non sono autorizzate".
Già nel corso dell'udienza del 9 novembre scorso a Vibo -
imputati l'avvocato ed ex parlamentare Giancarlo Pittelli, Mario
Lo Riggio, Salvatore Rizzo e Giulio Calabretta - il presidente
del collegio Tiziana Macrì aveva vietato riprese e immagini. E
c'è chi già si è rivolto al ministro della Giustizia, Alfonso
Bonafede per denunciare il fatto. Nel 1986, data di inizio del
maxiprocesso di Palermo contro la mafia siciliana, le riprese
vennero consentite garantendo un formidabile archivio
documentale. Ciò non avverrà in Calabria nonostante si tratti di
un'udienza pubblica anche se, per esigenze di distanziamento per
le norme anti Covid, l'accesso non sarà consentito.
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