Dopo 11 anni il ritorno al cinema di
Michelangelo Frammartino dopo "Le quattro volte": tra i 5
italiani in gara alla Mostra c'è anche Il Buco. "Ci è voluto
tantissimo per fare questa opera che ricostruisce con grande
rigore l'impresa di un gruppo di speleologi piemontesi, con
immagini di Renato Berta straordinarie. Un film - ha detto il
direttore Alberto Barbera presentandolo, che ha la purezza di un
diamante". Le grotte costituiscono "un fuori campo assoluto,
anche perché la notte eterna che regna al loro interno
sembrerebbe quanto di più ostile alla macchina da presa. Eppure,
chi ama il cinema sa bene che il fuori campo, l'invisibile,
rappresentano la sua "sostanza" più profonda. Mi colpisce la
coincidenza che speleologia, cinema e psicoanalisi abbiano il
loro battesimo nella stessa data, il 1895", ha dichiarato il
regista.
Durante il boom economico degli anni '60, l'edificio più alto
d'Europa viene costruito nel prospero nord Italia. All'altra
estremità del paese nell'agosto del 1961 un gruppo di giovani
speleologi visita l'altopiano calabrese e il suo incontaminato
entroterra immergendosi nel sottosuolo di un Meridione che tutti
stanno abbandonando. Scoprono così coi suoi 700 metri di
profondità una delle grotte più profonde del mondo, l'Abisso del
Bifurto dell'altopiano del Pollino, sotto lo sguardo di un
vecchio pastore, unico testimone del territorio incontaminato.
Il film, girato in Calabria, con Paolo Cossi, Jacopo Elia,
Denise Trombin, Nicola Lanza, una produzione Doppio Nodo Double
Bind con Rai Cinema, uscirà in sala con Lucky Red.
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