La Direzione distrettuale
antimafia di Catanzaro ha proposto appello contro la sentenza
con cui il Tribunale il 18 febbraio scorso, a conclusione del
processo svoltosi con rito abbreviato, ha assolto Domenico
Tallini, ex presidente del Consiglio regionale della Calabria
nonché ex esponente di Forza Italia, oggi dirigente di "Noi con
l'Italia", dall'imputazione di concorso esterno in associazione
mafiosa e scambio elettorale politico mafioso.
I reati erano contestati a Tallini nell'ambito dell'inchiesta
denominata "Farmabusiness", incentrata su presunti illeciti
nella vendita all'ingrosso di farmaci organizzata da presunti
affiliati alla cosca Grande Aracri della 'ndrangheta che
avrebbero investito a tale proposito i proventi delle attività
illecite del gruppo criminale con l'aiuto di imprenditori,
esponenti politici e funzionari pubblici collusi.
Secondo i magistrati della Dda che hanno sottoscritto
l'appello, il procuratore aggiunto Vincenzo Capomolla e i
sostituti Domenico Guarascio e Paolo Sirleo, "l'assessore
Tallini, ancorché limitarsi ad indicare funzionari regionali da
contattare e quant'altro, risulta, dalla vicenda in esame,
plasticamente inserito nell'affare, tanto da andare a esaminare
i capannoni necessari per la nascita del consorzio
farmaceutico". Gli stessi magistrati fanno notare, inoltre, come
non sia stato soltanto Domenico Scozzafava, condannato a 16 anni
in abbreviato, a fare il nome dell'"assessore" nel corso di un
summit nella tavernetta della cosca Grande Aracri, ma anche gli
stessi componenti del clan come Leonardo Villirillo, che "aveva
assicurato la disponibilità dell'esponente politico per
l'autorizzazione" e per "altre problematiche", mentre Salvatore
Grande Aracri "ha confidato agli altri membri della famiglia che
Tallini aveva già 'consorziato', anche in assenza di
autorizzazione, già quattro farmacie".
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