I carabinieri del Nucleo
Investigativo di Vibo Valentia, con il supporto dei comandi
provinciali di Novara, Teramo e Benevento, hanno eseguito
stamane una misura cautelare in carcere a carico di cinque
persone nei cui confronti sono stati raccolti gravi indizi di
colpevolezza in relazione ad alcuni episodi estorsivi, aggravati
dal metodo mafioso, commessi a Vibo Valentia fra il 2009 e il
2022. Altre sette persone sono indagate in stato di libertà. I
cinque arrestati sono Domenico Macrì, di 38 anni; Michele
Pugliese Carchedi (38); Andrea Ruffa(28), Domenico Serra (30),
Michele Manco(34).
Il provvedimento è stato emesso dal Gip di Catanzaro su
richiesta della Procura- Direzione Distrettuale Antimafia,
guidata da Nicola Gratteri. Dalle indagini, che si sono avvalse
anche di dichiarazioni di collaboratori di giustizia, è emerso
un giro di estorsioni che sarebbero avvenute tra il 2009 e il
2022. Il primo episodio, per circa 20 mila euro, è stato portato
avanti ai danni di un'impresa edile e di movimento terra. Tra il
2015 ed il 2017, è stata la volta di un altro episodio verso una
ditta di raccolta rifiuti aggravato anche dalla distruzione di
un autocompattatore e da una minaccia con pistola. Altri episodi
si sono verificati ai danni di imprese edili, una delle quali
impegnata nei lavori del nuovo ospedale di Vibo Valentia.
Tra gli indagati è emersa la figura di un soggetto coinvolto in
Rinascita-Scott, poi rimesso in libertà che, una volta fuori,
avrebbe ripreso l'attività di estorsione fino al nuovo arresto
avvenuto quest'anno dopo la condanna in abbreviato nel processo
alle cosche del vibonese. Dalle indagini, secondo quanto
riferito, è emerso uno spaccato sul controllo esercitato dalla
'ndrangheta nel settore della raccolta dei rifiuti nel comune di
Vibo Valentia con le estorsioni subite dalle ditte incaricate,
Ased srl e Dusty srl.
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