È stata acquisita dalla
Dda di Reggio Calabria l'inchiesta sull'intimidazione messa in
atto lo scorso 25 agosto ai danni dell'allora candidato e
deputato uscente di Forza Italia Francesco Cannizzaro, poi
rieletto nelle elezioni del 25 settembre.
Una persona non identificata, in quell'occasione, sparò tre
colpi di pistola calibro 38 contro la vetrata delle sede della
segreteria politica del parlamentare, che in quel momento stava
partecipando ad una riunione insieme ad alcuni collaboratori.
Due dei colpi restarono conficcati nella vetrata, che era
rinforzata, mentre un terzo penetrò nei locali della segreteria,
senza però raggiungere nessuno.
Il passaggio del fascicolo alla Dda é stato disposto dal
Procuratore della Repubblica, Giovanni Bombardieri, che sta
coordinando l'inchiesta sull'intimidazione insieme ai sostituti
procuratori Walter Ignazitto e Marco De Pasquale.
Le indagini vengono condotte dalla Squadra mobile, diretta da
Alfonso Iadevaia, sotto le direttive della Procura. Sono stati
sentiti più volte lo stesso Francesco Cannizzaro e le persone
che erano insieme a lui nel momento dell'intimidazione. Il
parlamentare, in particolare, ha riferito di non sapersi
spiegare i motivi dell'intimidazione.
Grazie alle immagini della videosorveglianza, inoltre, é stato
ricostruito il percorso seguito dalla persona che ha sparato. Il
responsabile aveva un cappellino ed aveva il viso parzialmente
coperto con una mascherina anti Covid ed ha utilizzato un
monopattino per raggiungere e poi allontanarsi dal luogo
dell'intimidazione, ubicato a breve distanza dalla sede del
Consiglio regionale della Calabria.
Secondo quanto si é appreso, la decisione di fare proseguire
l'inchiesta alla Procura distrettuale sarebbe da collegare
all'ipotesi che viene fatta da magistrati e investigatori
secondo cui l'intimidazione potrebbe avrebbe avuto una matrice
mafiosa. E che, quindi, l'esecutore potrebbe avere agito su
mandato di qualche cosca di 'ndrangheta.
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