L'indagine "Blu notte" ha
fotografato il cambio di vertice della cosca di Rosarno un tempo
guidata dal vecchio patriarca Umberto Bellocco, detto "Assi i
mazzi", deceduto il 22 ottobre scorso. A lui viene ricondotta
anche la nascita della Sacra Corona Unita pugliese, fatta
risalire alla notte di Natale del 1981 nel carcere di Bari.
Grazie alle intercettazioni fatte dai carabinieri, il
procuratore Giovanni Bombardieri e i pm Francesco Ponzetta e
Andrea Sodani sono riusciti a registrare il "passaggio di mano"
al nipote omonimo Umberto Bellocco, di 39 anni detto
"Chiacchiera". L'uomo ha dimostrato di avere la completa
gestione del sodalizio e il conseguente controllo di tutti i
consociati e ha dato prova, secondo i pm, di essere un leader
temuto: le persone ammesse a confrontarsi con lui hanno
esternato sempre atteggiamenti ossequiosi ed accondiscendenti,
dimostrando il loro assoggettamento.
"Chiacchiera" era in grado di comunicare anche dal carcere. Dopo
la condanna per associazione mafiosa, definitiva dal 2014,
Bellocco è stato detenuto a Lanciano ma questo non gli ha
impedito di rimanere "in comunicazione - scrive il gip - con
l'esterno mediante una serie di telefoni e schede forniti grazie
alla collaborazione di alcuni soggetti sia interni che esterni
all'istituto". In questo modo Bellocco avrebbe potuto
partecipare ai summit mafiosi, potendo espletare tutte quelle
funzioni che gli sono state riconosciute come capocosca. Gli
approfondimenti dei carabinieri hanno permesso alla Dda di
accertare anche le responsabilità di coloro che hanno costituito
la filiera necessaria a fornire microtelefoni cellulari,
sim-card e ricariche.
Gli investigatori sono riusciti a documentare anche
l'affiliazione di due soggetti arrestati oggi. Il loro ingresso
è avvenuto nonostante alcune frizioni che minavano gli equilibri
interni. Le affiliazioni, infatti, sono state effettuate con
l'avallo di un altro esponente di vertice della cosca Bellocco,
Francesco Nocera. Recluso nel carcere di Saluzzo (Cuneo), anche
lui aveva un cellulare attraverso il quale ha concesso il suo
benestare che si aggiungeva a quello di Vincenzo Lombardo, uno
degli esponenti della cosca Bellocco riconducibile al ramo dei
"Testazza".
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