A 31 anni dal loro omicidio,
Lamezia Terme ha ricordato il sovrintendente di Polizia
Salvatore Aversa e la moglie Lucia Precenzano, docente, uccisi
dalla 'ndrangheta il 4 gennaio 1992 in pieno centro cittadino,
con una concelebrazione eucaristica in Cattedrale presieduta dal
Vescovo mons. Serafino Parisi, seguita dalla deposizione di una
corona di fiori davanti all'ex sede del commissariato di Lamezia
Terme dove era situato l'ufficio del sovrintendente.
Nel corso della celebrazione eucaristica, alla quale, tra gli
altri, hanno presenziato i figli dei coniugi Aversa ed autorità
civili e militari, il Vescovo ha sottolineato che "il giusto
come dice la tradizione sapienziale della Bibbia è già una
condanna per chi è ingiusto. E questa è una parola che scava
dentro la vita di tutti. E se da qui, oggi, riesce ad arrivare a
tutti questa parola di cambiamento, allora credo che il sangue
dei giusti può essere davvero seme di una rinnovata era di
giustizia, quella giustizia che Gesù ci ha detto che si vive
nell'amore per l'altro".
Prima della deposizione della corona di fiori ed a
conclusione della concelebrazione eucaristica, il vicario del
questore di Catanzaro, Renato Panvino, nel ringraziare il
Vescovo "per aver dato solennità a questo momento", ha
sottolineato che "oggi ricordiamo due figure dello Stato, due
missionari che hanno operato in un momento difficile per questo
territorio e per la Calabria. Aversa era indicato come un
pioniere dell'investigazione ed aveva capito che si partiva
dalla manovalanza". Quindi, nel ricordare che anche la moglie
"con le sue lezioni gettava il seme della legalità", Panvino ha
parlato di Aversa come "punto di riferimento" per gli
investigatori, non solo del tempo, ma anche di oggi in quanto
"nelle nostre scuole, ancora, si parla di Aversa" come modello
investigativo. Infine, nel definire quel duplice omicidio "un
attacco frontale allo Stato", Panvino ha anche detto che "il
loro sacrificio ha permesso di rompere il muro dell'omertà".
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