Il 2 maggio 2019 avrebbero
rapinato a colpi di kalashnikov un furgone portavalori sulla
Strada provinciale 27 che dal Comune di Melicuccà porta a San
Procopio. Dopo aver bloccato il blindato, sbarrando la strada
con tronchi d'albero tagliati e riversi sull'asfalto, e averlo
tamponato con una Fiat Uno rubata, armi in pugno si sono fatti
consegnare 627.500 euro e la pistola di una delle due guardie
giurate. Subito dopo sono fuggiti per le campagne circostanti.
Adesso, con l'operazione "Terramala", i carabinieri del Comando
provinciale di Reggio Calabria, con il coordinamento del
procuratore di Palmi Emanuele Crescenti, hanno arrestato 7
persone, in esecuzione di un'ordinanza del gip Barbara Borelli,
accusate di diversi reati in materia di armi e ordigni
esplosivi, lesioni personali aggravate, danneggiamento, furto,
ricettazione e rapina.
In carcere sono finiti Francesco Trefiletti di 31 anni di San
Procopio, Giuseppe Oliveri (32), di Seminara, Carmine Alvaro
(37) di San Procopio. Secondo le indagini, sono loro gli autori
della rapina al portavalori della Sicurtransport commessa con
modalità paramilitari "con almeno altre 4 persone rimaste non
identificate". Arrestato anche Domenico Alvaro (34) di San
Procopio. Sono finiti ai domiciliari Mostafà Giuseppe El Gharaff
(27) di Seminara, Domenico Laurito (50), di Sinopoli e Benito
Tavella (35), di San Giovanni di Mileto.
Dopo un'indagine fatta di intercettazioni, studio delle celle
telefoniche e accertamenti patrimoniali, per la Procura di Palmi
non ci sono dubbi che gli arrestati siano i componenti della
banda. Nei giorni successivi alla rapina, alcuni indagati hanno
acquistato auto sproporzionate al loro reddito. Gli arrestati
sono accusati anche di altri reati funzionali e connessi alla
realizzazione di rapine. Per i carabinieri, infatti, si tratta
di soggetti dotati di particolare abilità criminale, capaci di
condotte violente e spregiudicati nel conseguire i loro intenti.
Alcuni erano già stati arrestati tra dicembre 2019 e febbraio
2021 per una tentata rapina all'ufficio postale di Rosali, nella
periferia di Reggio, per la quale il principale indagato
Francesco Trefiletti era riuscito a rendersi irreperibile fino
al dicembre 2019.
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