"Sono stato condannato in primo
grado e se fra qualche mese confermano la condanna in appello
sarà una pena molto alta". A dirlo Domenico "Mimmo" Lucano, ex
sindaco di Riace, nel corso del seminario "Vite in fuga:
economia e politiche migratorie" organizzato dai corsi di
Economia politica e Politiche pubbliche per la sicurezza
dell'Università Magna Graecia di Catanzaro.
"A breve - ha aggiunto Lucano parlando della vicenda
giudiziaria che lo riguarda - ci sarà la sentenza d'appello. Non
ho mai detto di essere innocente rispetto a quello di cui mi
accusano. Voglio mantenere il mio orgoglio. Il mio auspicio è
quello di essere assolto, ma se questo non dovesse accadere, io
non preferisco che mi riducano la pena, non voglio
commiserazione o pietà. La mia è una storia che appartiene a
tutti. Con orgoglio voglio questa condanna. Questo sarà lo
scandalo e non lo sconto per mettere tutto nel silenzio, perché
se non ho ammazzato, rubato, non appartengo alle mafie, per cosa
mi state condannando?".
Lucano ha anche parlato della vicenda di Cutro. "L'omissione
di soccorso - ha detto l'ex sindaco di Riace - è alla base del
dramma di Cutro perché in quei casi bisogna intervenire anche
mettendo a rischio la propria vita. Quello che sta accadendo a
livello politico, che accade da tempo, è l'atteggiamento della
criminalizzazione della solidarietà. Sta avvenendo adesso, ma è
successo già in passato. Diventa importante ai fini della
propaganda politica. Quella di respingere i migranti, però, non
può essere una visione umana o cristiana. Salvini può recitare
quanti Pater Noster vuole, il loro modo di fare appartiene ad
una dimensione della politica in cui vi è un tentativo di
costituire una società dell'odio e della disumanità".
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