Avrebbero indebitamente
ottenuto i fondi concessi nell'ambito del Programma di Sviluppo
Rurale Calabria, con la denominazione 'Pacchetto giovani',
mirati all'agevolazione dell'inserimento dei giovani nel settore
agricolo. Tredici beneficiari delle risorse Ue sui 20 oggetto di
una ispezione della Guardia di finanza nella provincia di Reggio
Calabria sono risultati non in regola per un totale di un
milione 63 mila euro di contributi revocati e segnalati alla
Regione per il recupero a fronte di un importo complessivamente
controllato di circa un milione 500 mila euro. E' quanto emerso
dall'operazione 'Gioventù rurale' condotta dal nucleo di polizia
economico finanziaria di Reggio Calabria nell'ambito
dell'utilizzo dei fondi cofinanziati dall'Unione Europea in
materia di Politica agricola comune per lo sviluppo
dell'imprenditoria giovanile nella regione.
Per accedere all'erogazione delle risorse era necessario
possedere requisiti come aver conseguito la qualifica di
imprenditore agricolo professionale (Iap) o quella di
coltivatore diretto (Cd) presso l'ente regionale o territoriale
competente al rilascio e rispettare alcune condizioni tra le
quali la conduzione dell'azienda per almeno cinque anni
successivi al ricevimento del finanziamento. Le attività svolte
attraverso l'acquisizione della documentazione, l'incrocio con
le risultanze delle Banche dati e il compimento di sopralluoghi
hanno consentito di scoprire numerose irregolarità.
Il controllo, infatti, si è focalizzato sui contributi
erogati a vantaggio dei beneficiari che si erano avvalsi della
possibilità di conseguire le qualifiche di imprenditore agricolo
e/o di coltivatore diretto 'sotto condizione', ovvero
impegnandosi ad acquisire definitivamente tali requisiti entro
due anni. I finanzieri hanno avuto modo così di appurare che
molte delle certificazioni presentate in via provvisoria non
sono mai divenute definitive, cosi come alcuni dei percettori
hanno cessato la partita Iva prima dei cinque anni previsti
dalla liquidazione del finanziamento pubblico. Ora due terzi dei
destinatari dei fondi risultati non in regola dovranno
restituire oltre un milione di euro.
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