"Reggio Calabria non si
arrenderà ai poteri forti del calcio. La nostra è una comunità
fiera che, nel corso della sua storia millenaria, ha superato
difficoltà di ogni genere. Non ci piegheremo all'ingiustizia di
veder sparire la nostra squadra e la gloriosa maglia amaranto
dal calcio professionistico. Ci opponiamo con fermezza al calcio
della finanza e della politica, crediamo nei valori dello sport
e pretendiamo che la categoria sudata sul campo, nonostante
mille difficoltà, tra i sacrifici dei nostri tifosi che non
hanno mai mollato, sia rispettata anche per la prossima stagione
sportiva". Lo scrivono i sindaci ff della Città Metropolitana e
del comune di Reggio Calabria, Carmelo Versace e Paolo Brunetti,
in una lettera aperta ai vertici dello sport italiano: al
ministro dello Sport Andrea Abodi, al presidente del Coni
Giovanni Malagò, al presidente della Figc Gabriele Gravina ed
all'intero comitato di presidenza.
"Qualsiasi scelta differente - proseguono - che non rispetti
il verdetto del campo, sarebbe un crimine contro i valori dello
sport, una grave ingiustizia del tutto incomprensibile che
genererebbe danni incalcolabili all'intero tessuto sociale ed
economico calabrese. In queste settimane così travagliate,
stiamo assistendo al tentativo di uccidere un sogno, la rivalsa
di una comunità che, da sempre, soffre emarginazione e soprusi.
Non lo permetteremo".
"La Reggina ha dimostrato in tutte le sedi - sostengono - di
avere le carte in regola per dare seguito al progetto sportivo
avviato, a prescindere da quale sarà la proprietà, nel presente
e nel futuro della compagine amaranto. Sono stati rispettati
tutti gli adempimenti previsti dalla normativa, seguendo in
maniera scrupolosa la sentenza di un Tribunale che ha fissato la
scadenza dei pagamenti dovuti, tutti completamente saldati.
Mettere in discussione la partecipazione della Reggina al
prossimo campionato di Serie B significa piegarsi a logiche che
con lo sport non hanno nulla a che vedere. Sarebbe una condanna
al patibolo, fortemente ingiusta, irragionevole e inspiegabile,
e siamo convinti che il Collegio di Garanzia del Coni non possa
che dare ragione al verdetto del campo, cosi come ha fatto anche
in altre occasioni".
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