Con una sentenza dello
scorso settembre la seconda sezione civile del Tribunale di
Reggio Calabria ha condannato il ministero dell'Interno a
risarcire un milione e 276mila euro aI familiari di un vigile
del fuoco calabrese prematuramente scomparso a causa
dell'esposizione all'amianto. A tutelare le parti lese è stata
l'avvocata Elisa Ferrarello dello studio Legale Frisani di
Firenze. La sentenza oggi è diventata definitiva.
Dal 1973 l'uomo aveva svolto servizio al comando centrale dei
vigili del fuoco di Reggio Calabria per passare, negli anni
novanta, al distaccamento aeroportuale, fino 2004, data del
pensionamento. Con una nota stampa, il legale ha fatto sapere
che il vigile "aveva utilizzato teli e coperte di amianto in
incendi di auto, bombole, capanni campestri e manufatti in
eternit. La fibra killer era nei guanti e nella tuta che
utilizzava per difendersi dalle fiamme. Indumenti che l'uomo
indossava anche nel corso delle ripetute esercitazioni dei
giovani vigili del fuoco di cui curava la formazione".
"Nessuno ci ha mai dato indicazioni o informazioni sulla
nocività dell'amianto. - ha dichiarato un testimone sentito
durante il processo - Io l'ho scoperto perché a partire dal 1998
ho cominciato a perdere molti amici". Uno di questi era proprio
il vigile del fuoco calabrese al quale, nel 2011, era stato
diagnosticato un mesotelioma maligno. "Uno dei figli lo aveva
condotto all'ospedale di Brescia, dove era stato operato, nel
disperato tentativo di salvargli la vita - spiega l'avvocata
Ferrarello - Nel 2012 il male aveva avuto la meglio e lasciato i
familiari nella disperazione di una perdita troppo precoce, a
soli 65 anni".
Il legale riporta uno stralcio della sentenza secondo cui "la
morte poteva essere evitata". Inoltre, a una delle figlie del
vigile del fuoco, il giudice Dionisio Pantano ha riconosciuto
una percentuale di danno biologico dal lutto.
"Purtroppo c'è un numero crescente di vigili del fuoco
deceduti a causa dello svolgimento delle loro mansioni, in tutta
Italia, il nostro studio sta supportando diversi casi,
prevalentemente in Liguria e arrivano ogni giorno nuove
richieste, soprattutto dal Nord Italia" è il commento
dell'avvocata Elisa Ferrarello.
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