Hanno risposto
all'interrogatorio di garanzia davanti al gip di Catanzaro
Chiara Esposito i due avvocati del capoluogo calabrese accusati
di concussione e tratti in arresto in flagranza di reato giovedì
pomeriggio. Sia l'avvocato Pierpaolo Greco, di 48 anni, curatore
fallimentare della fondazione Betania di Catanzaro, difeso
dall'avvocato Francesco Iacopino, che l'avvocato Pasquale
Barbieri (66), difeso dall'avvocato Valerio Murgano, hanno
fornito la propria versione dei fatti. Gli stessi avevano avuto
modo di parlare con il magistrato titolare delle indagini subito
dopo l'arresto da parte della Guardia di finanza che ha condotto
Greco in carcere e Barbieri ai domiciliari.
Stando a una prima ricostruzione dei fatti, viene addebitata
ai due indagati l'illecita richiesta della cifra di 50mila euro
al presidente della società palermitana Karol spa, l'avvocato
Marco Zummo, per "fluidificare" un accordo che consentisse a
Karol di continuare a gestire gli asset di Betania per i quali
esisteva già un accordo che era in corso di rinegoziazione a
seguito del fallimento della fondazione catanzarese. In
particolare, secondo l'accusa, Barbieri avrebbe avanzato la
proposta a Zummo per conto di Greco. Le indagini sono scattate
nel momento in cui Zummo ha denunciato il fatto alla Guardia di
finanza di Catanzaro che ha monitorato i movimenti dei due
avvocati.
Gli investigatori avrebbero monitorato Barbieri mentre
riceveva una prima tranche di 25mila euro. L'arresto, invece, è
scattato nel momento in cui Barbieri consegnava parte del
denaro, 10mila euro, a Greco. Infine, nello studio dell'avvocato
Barbieri è stata trovata la rimanente somma di 15mila euro.
Il gip si è riservato 48 ore di tempo per valutare le ipotesi
accusatorie e difensive e decidere sulla convalida e su
eventuali provvedimenti.
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