La squadra mobile di
Reggio Calabria ha sequestrato la clinica "Villa Aurora" per
smaltimento illecito di rifiuti speciali. Il provvedimento
d'urgenza è stato emesso dal procuratore Giovanni Bombardieri e
dall'aggiunto Stefano Musolino ed è stato già convalidato dal
gip Antonino Foti. L'indagine è partita mesi fa quando gli
agenti di una volante, intervenuta il 19 febbraio durante un
casuale incendio di rifiuti nelle vicinanze della struttura
sanitaria, si sono accorti della presenza di materiale
sanitario.
Segnalato l'episodio alla Procura, gli ulteriori
accertamenti, eseguiti dalla Squadra mobile diretta da Alfonso
Iadevaia, avrebbero svelato una sistematica violazione delle
norme circa la gestione dei rifiuti speciali.
Nell'inchiesta sono indagati l'amministratore della casa di
cura "Villa Aurora" Giorgio Crispino, di 59 anni di Cosenza, sua
moglie Bruna Scornaienchi (59), di Cosenza, direttrice
responsabile, e il responsabile amministrativo Maria Grazia
Germanò (64), di Reggio Calabria.
Tutti e tre, si legge nel capo di imputazione, "davano
disposizioni affinché il personale dipendente effettuasse, in
modo sistematico e continuativo, attività di abbandono e
deposito incontrollato di rifiuti sanitari pericolosi (anche a
rischio infettivo) che erano mescolati (al fine di occultarli) a
quelli non pericolosi prodotti ordinariamente alla casa di cura,
destinandoli alla raccolta ordinaria posta in essere
dall'impresa che operava per conto del Comune di Reggio,
all'interno dei mastelli e dei sacchi riposti lungo via Petrara,
retrostante l'accesso principale della struttura".
"Ritenendo inverosimile che gli operatori della struttura
potessero autonomamente decidere di effettuare l'abbandono dei
rifiuti, anche pericolosi", i responsabili di Villa Aurora
avrebbero gestito l'invio e lo smaltimento degli stessi "in
sistematica violazione delle norme penali". Per la Procura,
decidere di effettuare in questo modo l'abbandono dei rifiuti,
anche pericolosi, sarebbe stata "una scelta imprenditoriale
strutturale".
Accogliendo la richiesta di sequestro avanzata da Musolino,
infine, il gip ha nominato due amministratori giudiziari, gli
avvocati Francesco Aricò e Giovanni Melissari.
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