La Calabria è l'ultima regione
in Italia per spesa corrente in sanità, per numero di donne che
si sottopongono ai controlli contro i tumori ed è la prima per
migrazione sanitaria. E' quanto emerge dal Report Svimez "Un
Paese, due cure. I divari Nord-Sud nel diritto alla salute",
presentato oggi a Roma in collaborazione con Save the Children.
Contestualmente, Save the Children ha ribadito come i divari
territoriali siano evidenti già a partire dalla nascita. Sebbene
nel panorama mondiale il Servizio sanitario nazionale si
posizioni come una eccellenza per la cura dei bambini, viene
rilevato, le disuguaglianze territoriali sono molto accentuate.
Secondo gli ultimi dati Istat il tasso di mortalità infantile
era di 1,8 decessi ogni 1000 nati vivi in Toscana, e più che
doppio in Calabria (3,9).
Dai dati di spesa sanitaria (di fonte Conti pubblici
territoriali), è scritto in una nota, a fronte di una media
nazionale di 2.140 euro, la spesa corrente più bassa si registra
in Calabria con 1.748 euro) e per la parte di spesa in conto
capitale, i valori più bassi si ravvisano in Campania (18 euro),
Lazio (24 euro) e Calabria (27 euro), mentre il dato nazionale
si attesta su una media di 41 euro.
Secondo le valutazioni dell'Istituto superiore di sanità, nel
biennio 2021-2022, in Italia circa il 70% delle donne di 50-69
anni si è sottoposta ai controlli: circa due su tre lo ha fatto
aderendo ai programmi di screening gratuiti. La prima regione
per copertura è il Friuli-Venezia Giulia (87,8%); l'ultima è la
Calabria, dove solamente il 42,5% delle donne di 50-69 anni si è
sottoposto ai controlli. Riguardo alla quota di donne che ha
avuto accesso a screening organizzati, si passa dal 63 e il 76%
di regioni del Nord all'11,8% della Calabria, il dato più basso
in Italia.
In relazione alla "fuga" dal Sud per ricevere assistenza in
strutture sanitarie è la Calabria a registrare l'incidenza più
elevata di migrazioni: il 43% dei pazienti si rivolge a
strutture sanitarie di Regioni non confinanti. Sul fronte
pediatrico, invece, l'indice in Calabria, nel 2020, è il 23,6% a
fronte di una media nazionale dell'8,7% e con differenze
territoriali che vanno dal 3,4% del Lazio al 43,4% del Molise.
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