Conferma della condanna
all'ergastolo comminata in primo grado. É la richiesta che il
sostituto procuratore generale di Catanzaro, Luigi Maffia, ha
fatto davanti a giudici della Corte d'assise d'appello,
presieduta da Abigail Mellace, per Marco Gallo, di 39 anni,
imputato dell'omicidio dell'avvocato Francesco Pagliuso, di 43
anni, ucciso in un agguato la sera del 9 agosto del 2026 a
Lamezia Terme , nel giardino della sua abitazione, avere appena
parcheggiato la propria automobile.
Maffia ha anche chiesto che a Gallo, accusato di essere stato
un killer della 'ndrangheta e di avere commesso altri omicidi,
venga applicata l'aggravante mafiosa, esclusa dai giudici di
primo grado. Il pg Maffia, infatti, si é detto "convinto e
certo" che quello dell'avvocato Pagluso "sia stato un omicidio
che ha avuto origine in un ambiente mafioso. E che sia stato
eseguito con modalità tipicamente mafiose".
Il Procuratore generale ha anche chiesto per Gallo, difeso
dall'avvocato Francesco Siclari, la condanna ad un anno di
isolamento diurno.
Nella sua requisitoria Maffia, riferendosi al movente
dell'omicidio, ha detto che "l'avvocato Pagliuso era visto come
un nemico dalla cosca Scalise della 'ndrangheta dal momento in
cui aveva assunto la difesa del gruppo rivale dei Mezzatesta,
ottenendo in loro favore notevoli successi processuali, al punto
da determinare la propria condanna a morte".
Maffia, tra l'altro, all'epoca dell'omicidio dell'avvocato
Pagliuso, era procuratore facente funzioni di Lamezia Terme e fu
lui ad aprire un'inchiesta sull'assassinio del penalista prima
di trasmettere gli atti, per competenza, alla Dda di Catanzaro.
Nel processo si sono costituiti parte civile i familiari
dell'avvocato Pagliuso, la Camera penale ed il Consiglio forense
di Lamezia Terme, Il Consiglio nazionale forense ed i Comuni di
Lamezia Terme e di Soveria Mannelli.
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