Avrebbero incendiato il capannone di proprietà di uno di loro per incassare il premio assicurativo ed avviare una nuova attività. Questa l'accusa mossa a quattro persone arrestate dai carabinieri della Compagnia di Girifalco in esecuzione di un provvedimento del gip su richiesta della Procura di Catanzaro. Si tratta di dell'imprenditore Antonio Infusino, di 43 anni, proprietario del capannone andato distrutto, Francesco Giannini (38), gestore di un'agenzia di pompe funebri, portati in carcere, e di due dipendenti di Giannini posti ai domiciliari. Tutti e quattro sono accusati di incendio doloso ed i due imprenditori anche di fraudolento danneggiamento di beni assicurati.
I provvedimenti cautelari scaturiscono da una indagine avviata nel novembre 2023 dopo un vasto incendio - domato dopo diverse ore da numerose squadre di vigili del fuoco - che aveva interessato un capannone in contrada Difesa del comune di Caraffa di Catanzaro, nella zona industriale, e che si era propagato danneggiando anche i locali di ditte limitrofe.
Le indagini avviate dai carabinieri con l'escussione di persone informate sui fatti, intercettazioni e e servizi di osservazione e controllo, hanno portato gli investigatori a stabilire che il fuoco era stato appiccato dolosamente da Infusino e Giannini per ottenere il premio derivante dalla stipula di un contratto di assicurazione peraltro aumentato nel massimale pochi giorni prima del rogo, nonché di pagare i fornitori ed avviare una nuova e più redditizia attività operante nel campo dei servizi funebri a Catanzaro.
Le persone arrestate, si è appreso successivamente, sono due. La Procura della Repubblica di Catanzaro aveva chiesto i domiciliari per i due dipendenti di Giannini, ma il gip ha rigettato la richiesta. Gli arrestati, dunque, per un'ordinanza di custodia cautelare in carcere sono Antonio Infusino e Francesco Giannini.
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