Accusato di estorsione aggravata
dal metodo mafioso e condannato in primo grado, è stato
prosciolto da ogni accusa dalla Corte d'appello di Catanzaro
dopo 9 anni dall'inizio del procedimento.
Saverio Valente era stato arrestato e posto ai domiciliari
nel novembre 2015 quando fu accusato di aver intimidito i
componenti di una cooperativa sociale assegnataria di un terreno
comunale in località Pantano, nel comune di Scalea (Cosenza),
per la creazione di un orto sociale. Secondo le accuse, Valente
avrebbe minacciato i componenti della cooperativa per
costringerli a rinunciare al progetto, adducendo pretese sulla
proprietà del terreno. In primo grado, nel dicembre 2017, l'uomo
era stato condannato dal Tribunale di Paola, sentenza appellata
dalla difesa, guidata dall'avv. Italo Guagliano che in appello
ha dimostrato l'insussistenza dell'accusa, portando alla riforma
della pronuncia di primo grado.
Il legale ha dimostrato come Valente fosse il legittimo
proprietario del terreno in questione, e pertanto, non
sussisteva alcuna base per le accuse di estorsione mosse nei
suoi confronti. La Corte d'Appello di Catanzaro, accogliendo le
argomentazioni della difesa, ha quindi prosciolto l'imputato.
La difesa ha espresso "grande soddisfazione per il risultato
che chiude un capitolo difficile nella vita di Valente durato
quasi dieci anni".
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