Il Tribunale collegiale di
Vibo Valentia, nel corso dell'udienza nel maxiprocesso
Maestrale-Carthago contro i clan mafiosi del Vibonese ha ammesso
come parti civili, tra gli enti locali, solo sei Comuni
escludendo gran parte di quelli che avevano avanzato istanza.
Esclusi anche la Regione Calabria, la Provincia di Vibo
Valentia, l'Inps, il ministero delle Infrastrutture, le
Prefettura di Vibo e Reggio Calabria, e l'Agenzia delle entrate.
Entrano dunque nel processo in ordinario i soli Comuni di
Parghelia, Ricadi, Spilinga, Sant'Onofrio, Cessaniti e
Filandari, insieme all'Asp di Vibo Valentia. Esclusi invece i
comuni Vibo Valentia, Tropea, Briatico, Filogaso, Drapia,
Limbadi, Mileto, Maierato, Nicotera, San Calogero, Marcellinara,
San Costantino Calabro, San Gregorio d'Ippona, Pizzo, Soriano
Calabro, Sorianello, Stefanaconi, Zungri, Ionadi, Catanzaro e
Cittanova.
Il Tribunale si è altresì riservato di decidere per
l'ammissione quali parti civili della Presidenza del Consiglio
dei ministri, il ministero della Giustizia e il ministero della
Salute.
Sul Tribunale pende una richiesta di ricusazione avanzata
dalla Procura distrettuale, mentre l'astensione, richiesta
sempre dai pm della Dda di Catanzaro, a cui si erano associate
le parti civili, era stata rigettata dal presidente del
Tribunale Antonio Erminio Di Matteo. Inoltre, nell'udienza
preliminare le parti civili erano state ammesse e sono
attualmente presenti negli altri due tronconi processuali,
quello in abbreviato e l'assise.
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