Il presidente della Regione
Calabria, Roberto Occhiuto, ha incontrato nel suo ufficio alla
Cittadella di Catanzaro, il garante nazionale dei diritti delle
persone private della libertà personale, Felice Maurizio
D'Ettore. Durante la riunione è stato analizzato il protocollo
stipulato, su iniziativa del procuratore Nicola Gratteri, tra la
Procura di Napoli e l'Asl Napoli 1 per intervenire, rafforzando
la prevenzione, sulla medicina penitenziaria e sugli episodi più
acuti.
Lo stesso Protocollo verrà replicato nelle prossime settimane
in Calabria, adeguandolo alle peculiarità del territorio e ai
bisogni delle realtà penitenziarie regionali. Lo rende noto la
Regione.
In Calabria, è scritto in una nota, "è ormai riconosciuta
l'eccellenza del Centro clinico di sanità penitenziaria della
Casa circondariale Ugo Caridi di Catanzaro - diretto da Giulio
Di Mizio -, struttura hub regionale presso la quale vengono
accolti da tutta Italia detenuti con pluripatologie ad elevato
impatto assistenziale, e unico centro in Italia con reparto di
riabilitazione e piscina per idrochinesiterapia. Progetto
possibile anche grazie al determinante supporto dell'Asp di
Catanzaro, guidata dal generale Antonio Battistini".
Fondamentale il lavoro portato avanti dal garante regionale
dei diritti delle persone private della libertà personale, Luca
Muglia, per vigilare sulle condizioni dei detenuti e, in
particolare, di coloro che devono scontare la pena pur se
affetti da malattie.
"In questo scenario - prosegue la nota - va sottolineata una
positiva iniziativa dell'Asp di Reggio Calabria che sta
sperimentando l'introduzione della telemedicina all'interno
delle case circondariali della Provincia".
L'obiettivo di tutte le iniziative che verranno intraprese,
ha sottolineato il garante nazionale, è quello di attuare
integralmente i valori costituzionali - in Calabria come in
altre Regioni d'Italia - anche per le persone detenute e private
delle libertà personali.
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