Per la prima volta dal 2016, la
Calabria è la regione più colpita da atti intimidatori. E'
quanto emerge dal report "Amministratori sotto tiro" redatto
dell'associazione Avviso Pubblico e presentato a Roma nella
nuova sede della Federazione nazionale della stampa italiana
(Fnsi).
Sono 51 - è scritto nel report - i casi censiti da Avviso
Pubblico sul territorio calabrese (+21% rispetto al 2022), unica
delle quattro regioni in cui sono nate le cosiddette mafie
storiche che fa registrare un aumento dei casi censiti. Seguono
infatti la Campania (39 casi, - 20%), la Sicilia (35 casi, -30%)
e la Puglia (32 casi, -33%) che insieme raccolgono il 50% degli
atti intimidazione censiti nel 2023 sul territorio nazionale.
Nel 47% degli atti censiti lo scorso anno in Calabria -
verificatisi in 31 comuni della regione - le tipologie più
utilizzate per minacciare amministratori o personale degli Enti
locali sono stati l'incendio o il danneggiamento di auto, case,
terreni di proprietà, mezzi utilizzati per la raccolta rifiuti o
strutture municipali. Il 60% dei casi censiti nel 2023 si sono
consumati nella provincia di Cosenza, che è anche il territorio
calabrese più colpito dal 2010, con 252 casi (secondo posto a
livello nazionale dopo Napoli). Le altre province della regione
si collocano come segue: Reggio Calabria (229 casi in 14 anni,
terzo posto a livello nazionale), Catanzaro (113 casi, 13/mo),
Vibo Valentia (111 casi, 14/mo), Crotone (96 casi, 19/mo posto).
Sono invece 15 Comuni cosentini colpiti dal fenomeno nel 2023,
il 10% del totale presenti nella provincia.
Dal 2010 al 2023 gli atti intimidatori censiti da Avviso
Pubblico in Calabria sono stati 801, alla media di 57 casi ogni
anno. Questo dato pone la regione al secondo posto per numero di
minacce registrate nel periodo, dietro la Sicilia (862) e
davanti alla Campania (794). Nel periodo sono stati 198 i Comuni
calabresi colpiti da atti intimidatori, il 49% del totale
presenti nella regione.
"Ogni anno la pubblicazione del report voluto da Avviso
Pubblico - afferma il coordinatore regionale Giuseppe Politanò,
vicesindaco di Polistena - misura lo stato di pericolo in cui si
trovano gli amministratori in Italia e dallo scorso anno anche
in Europa. Oltre al dato quantitativo il report continua ad
essere uno strumento necessario che sottolinea la presenza
violenta delle mafie che condizionano le attività delle
amministrazioni pubbliche e le numerose altre forme di
intimidazione che, anche dopo la pandemia, stanno segnando una
nuova dimensione e percezione degli amministratori locali da
parte dei cittadini. Dopo diversi anni, purtroppo, la Calabria
torna ad essere la prima regione italiana per numero di atti
intimidatori e presenta numeri di intimidazioni superiori
rispetto all'anno precedente".
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