(di Giuseppe Pipita)
"La strage di Cutro mi ha segnato
veramente nel profondo perché è avvenuta a pochi chilometri da
casa mia e ho sentito il dovere di fare sentire la mia vicinanza
a quelle persone e far conoscere le loro storie". Un impegno che
gli è valso, a 14 anni anni ancora da compiere - li farà il 29
agosto - la nomina ad "Alfiere della Repubblica" dal presidente
della Repubblica Sergio Mattarella, per il suo impegno sul tema
delle migrazioni e per aver "cercato attraverso il dialogo e il
confronto, di vincere l'indifferenza e di restituire dignità
alle vittime, ai loro familiari e ai superstiti della strage".
Giovanni Prestinice, di Crotone, è stato colto alla
sprovvista dalla nomina e l'ha saputo dall'ANSA mentre era con i
suoi genitori in Sila: "Ringrazio il capo dello Stato per aver
pensato a me. Sono davvero sorpreso e felice. A Mattarella
vorrei solo dire di non dimenticare i giovani calabresi come me.
Sono molto importanti come tutti quanti i giovani perché saremo
le future generazioni".
"Quella di impegnarmi per i diritti dei migranti - racconta
il ragazzo - è sempre stata una cosa molto vicina a me,
soprattutto l'anno scorso quando se n'è parlato nelle tematiche
di Save the Children. Facendo parte del gruppo Sottosopra di
Crotone abbiamo scelto il tema dei migranti anche per via della
strage di Cutro. Quello che mi ha colpito è stata la vicinanza
della mia città alle vittime ed ai loro parenti e il fatto che
la nave era a 50 metri dalla costa e chi poteva salvarle non lo
ha fatto. Non voglio entrare nei dettagli però dico che queste
persone non sono numeri, sono esseri umani che hanno affrontato
più problemi di noi e sono dovute scappare dal loro Paese perché
perseguitati".
L'argomento migrazioni è di casa nella famiglia di Giovanni
"anche perché mia mamma faceva la mediatrice linguistica. Mi
sono avvicinato a Save the Children perché la Focal point del
gruppo Sottosopra è mia zia e perché nella mia scuola ci sono
stati degli incontri con Save the Children".
"E' importantissimo - ribadisce il giovanissimo Alfiere della
Repubblica - combattere per i diritti propri e soprattutto degli
altri. Per queste persone, arrivare in Italia e non trovare il
riconoscimento dei propri diritti, come accade spesso, è molto
brutto. Dobbiamo superare i pregiudizi".
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