Conquistare l'attenzione delle
scolaresche, rendendole protagoniste di canti e coreografie, per
poi porgere, attraverso le testimonianze coinvolte, un messaggio
di rifiuto della violenza 'ndranghetista per una nuova
cittadinanza attiva. E' lo schema della Giornata della memoria e
dell'impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie
organizzata per il terzo anno dall'Amministrazione comunale di
Taurianova. L'iniziativa era in programma a ridosso della
commemorazione nazionale del 21 marzo ma è stata rimandata a
causa del maltempo.
Nella Villa Fava, dopo il corteo con in testa il gonfalone
comunale e il sindaco Roy Biasi, si sono radunati scolari e
studenti dei 3 istituti cittadini, per quella che il vescovo
Giuseppe Alberti ha definito "una splendida mattinata di impegno
e di festa".
"Non dobbiamo dimenticare il passato reso doloroso da una
minoranza violenta - ha detto Biasi - ma allo stesso tempo
dobbiamo praticare e indicare ai giovani, come stiamo facendo, i
valori della legalità e della cultura perché abbiamo bisogno di
far conoscere la Calabria autentica, quella fatta anche di tante
eccellenze che si sono affermate nel resto del Paese, e alle
quali ci sentiamo di poter dire che si può tornare, che
Taurianova è cambiata anche grazie a quello che faremo
quest'anno con il titolo di Capitale italiana del Libro".
Nel suo intervento, l'assessore alla Legalità Massimo
Grimaldi, ha testimoniato la fiducia verso le associazioni dei
familiari che lui, in quanto figlio e nipote di vittime
innocenti di mafia, ha valorizzato. "Ringrazio sia Libera che
Piana Libera - ha detto - che sono diventate la mia seconda
famiglia. Vogliamo far capire ai giovani che le tragedie vissute
possono sfociare in veri e propri miracoli che fanno
dell'impegno per una Taurianova migliore il germoglio della
bellezza che insieme alle associazioni e alle parrocchie stiamo
coltivando".
Nella Giornata il Comune ha voluto coinvolgere, oltre che don
Pino Demasi - in rappresentanza di Libera - anche i familiari di
Giuseppe Valarioti, il segretario del Pci rosarnese ucciso dalla
mafia nel 1980, Carmela Ferro e Ilenia Bottiglieri, nonché
Antonino Fazio, figlio del colonnello Cosimo Fazio per anni alla
guida della Compagnia cittadina dell'Arma.
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