L'Amministrazione comunale di
Cosenza ha ricordato il genocidio degli armeni del 1915. E lo ha
fatto collocando una targa "a perenne memoria di un milione e
500 mila martiri" e come "atto di sensibilità nei confronti
della comunità armena calabrese e cosentina".
"Un gesto simbolico, ma importante - ha affermato il sindaco
della città Franz Caruso in occasione della cerimonia - e che,
nel ricordare quel genocidio compiuto durante la prima guerra
mondiale, deve riaccendere i riflettori su una pagina di storia
che non dovrà mai più ritornare. Chi non ha storia non ha
futuro. E la storia serve a diffondere nelle nuove generazioni
la cultura della non violenza".
Alla cerimonia, presenti rappresentanti istituzionali,
politici e studenti delle scuola cittadine, ha partecipato
l'ambasciatrice plenipotenziaria dell'Armenia, Tsovinar
Hambardzumy. "Non è casuale - ha detto ancora il sindaco - aver
scelto piazza Cappello per la cerimonia di oggi, perché questa
piazza, dove siamo cresciuti, porta il nome di Paolo Cappello,
un martire del fascismo, un socialista vittima dello squadrismo
fascista. E come, durante la seconda guerra mondiale, la
dittatura fascista affiancò il nazifascismo che si rese
responsabile del genocidio contro gli ebrei, nella prima guerra
mondiale si consumò, ad opera dei turchi, il genocidio nel quale
persero la vita circa un milione e mezzo di armeni".
"La storia serve a ricordare - ha sostenuto ancora Caruso
- cosa il Novecento ha rappresentato. Essere qui oggi significa
avere l'opportunità di conoscere una parte della storia, molto
negativa, contro la quale noi ci schieriamo per perseguire la
pace e dimostrare una volta di più la nostra contrarietà ad ogni
forma di violenza".
L'ambasciatrice Hambardzumy, ha espresso apprezzamento per
l'iniziativa e ha sottolineato come "la collocazione della targa
commemorativa per noi armeni, ma anche per tutto il mondo, non
solo onora la memoria delle vittime del genocidio, ma ha anche
lo scopo di impedire e prevenire il ripetersi di ulteriori
crimini contro l'umanità".
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