Ha attraversato le vie centrali di Villa San Giovanni per concludersi in piazza Chiesa a Cannitello, dopo avere costeggiato però il lungomare del quartiere che si affaccia sul braccio di mare più stretto tra la Calabria e la Sicilia dove è stato deciso di realizzare l'infrastruttura stradale e ferroviaria più lungo al mondo, la manifestazione di protesta animata da movimenti, partiti, associazioni e cittadini per dire no alla realizzazione del ponte sullo Stretto di Messina.
Un corteo rumoroso e colorato, con tante bandiere, striscioni e cartelloni per dire no a una struttura mai realizzata e solo ipotizzata finora da un progetto di massima. Sui balconi e le ringhiere di molte abitazioni sono apparsi cartelli "No ponte", "Difendiamo lo Stretto" mentre il serpentone di gente ha sfilato senza problemi accompagnato da un discreto presidio di Forze dell'ordine.
Tanti gli slogan urlati: "Lo dice il pescespada, lo dice il capodoglio, il ponte sullo Stretto non lo voglio", e ancora "Calabria e Sicilia unite nella lotta. Lo stretto di Messina non si tocca".
In chiusura, sul palco hanno preso la parola esponenti politici e rappresentanti delle associazioni. Non solo per ringraziare quanti hanno contribuito alla riuscita della manifestazione, ma anche per ribadire le ragioni che il rappresentante del comitato No ponte Sicilia ha definito quelle di una "lotta intergenerazionale che parla di un territorio e di una prospettiva. Quello di un tratto di mare unico al mondo, narrato e citato fin dall'antichità, dove i vecchi pescatori, alla prospettiva della costruzione del ponte, rispondevano: 'la strada c'è già, ed è il mare'". "Tutto viene ricondotto alla realizzazione di due piloni - ha sottolineato un volontario del Wwf - dimenticando i costi enormi che questo territorio pagherà in termini umani ed ambientali". "Chi abita questi territori - ha aggiunto uno dei manifestanti- sa bene di cosa c'è bisogno. E non è casuale che da una parte e dall'altra dello Stretto, i problemi siano gli stessi. Non siamo contrari allo sviluppo, ma sappiamo bene che l'alternativa al ponte esiste".
Per l'ex parlamentare e giornalista Sandro Ruotolo, oggi candidato nella lista Pd alle europee "i cittadini normali, cioè la gente che vive queste terre non accetta questo atto di violenza perché poi conosciamo bene che sotto al progetto c'è solo il fatto che sono stati spesi tre miliardi e mezzo di euro. A Villa San Giovanni si sta consumando uno dei passaggi più opachi di questa Repubblica".
Pasquale Tridico, in corsa alle europee per i Cinquestelle ha sostenuto che "ben altre opere servono a questo territorio che sarà ulteriormente penalizzato con l'approvazione della legge sull'Autonomia differenziata, un tradimento verso il Sud, con il Ponte che serve solo a lavare le colpe di chi lo popone".
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